(Adnkronos) – Un totale di 4.900 percorsi adatti alle due ruote per una lunghezza complessiva di 90.000 km; 4.940 operatori turistici con un’offerta cicloturistica e 4.550 alberghi che mettono a disposizione servizi dedicati alla bicicletta. Sono 8 milioni gli italiani interessati al cicloturismo, pari a circa il 16% della popolazione maggiorenne. Il Trentino-Alto Adige si dimostra come la regione più matura in termini di offerta turistica, e il Nord-Est la destinazione scelta più frequentemente (32% tra le mete cicloturistiche). Sono alcuni dei numeri del cicloturismo italiano che emergono dalla seconda edizione della ricerca “Ecosistema della Bicicletta” realizzata da Banca Ifis per fotografare andamento e prospettive di un settore protagonista della transizione sostenibile. Lo studio è stato presentato oggi, nella Giornata mondiale della Bicicletta, in occasione del Basilicata Bike Forum dedicato agli operatori turistici locali, durante il quale è stato presentato il market watch Ecosistema della bicicletta edizione 2022.
Se, come visto, l’Italia è un paese ricco di percorsi, non necessariamente dedicati, il vero punto di svolta è costituito dalla varietà dell’offerta: non può esserci cicloturismo senza servizi, che sono sempre più richiesti. Nove in totale i servizi usualmente inclusi nei pacchetti turistici e 4 quelli più utilizzati dal cicloturista: noleggio della bicicletta, tour di gruppo, alloggio e copertura assicurativa. Il servizio destinato a crescere di più è la guida turistica. Questo fermento porta il 90% degli operatori turistici italiani a prevedere una crescita dei ricavi da cicloturismo.
Il cicloturismo porta con sé i concetti di sostenibilità, sicurezza, salute e inclusione, attivando circoli virtuosi in grado di valorizzare i territori. Allo stesso tempo, l’elevato costo dell’energia, e l’attenzione verso la sostenibilità potrebbero incentivare l’uso della bicicletta per una vacanza attiva. La maggiore accessibilità alle e-Bike per prezzo, performance e comfort la rendono più abbordabile anche dalle fasce di popolazione meno allenate o meno giovani e incentivano forme di turismo alternativo e più sostenibili come il cicloturismo e la mobilità dolce.