(Adnkronos) – Le “Big Six” della consulenza BDO, Deloitte, EY, Grant Thornton, KPMG e PwC sono troppo poco trasparenti in ambito climatico. È questa l’accusa della Ong ClientEarth che in una lettera indirizzata alle sei società mette nel mirino la loro rendicontazione non finanziaria e chiede un maggiore coinvolgimento degli investitori.
In particolare, la lettera di ClientEarth è indirizzata al Global public policy committee (Gppc), un gruppo che riunisce gli alti rappresentanti delle Big six e si concentra sulle grandi tematiche che riguardano il settore della consulenza in senso multidisciplinare.
Nonostante l’esistenza di questo comitato e gli impegni presi, recenti analisi aziendali pubblicate da Climate Action 100+, coalizione per il clima degli investitori, mostrano che le grandi aziende e i loro revisori non stanno considerando adeguatamente le questioni climatiche nella preparazione e nella revisione dei bilanci.
Un’analisi che fa eco all’analisi del database delle risoluzioni del Pri (Principles for Responsible Investment) dove si dimostra che azionisti e investitori tutti sono sempre più esigenti nei confronti degli amministratori sulle tematiche ESG. Anche ClientEarth evidenzia la scarsa quantità di informazioni fornite dalle aziende agli stakeholder su questi temi.
Secondo la Ong, le società dicono quali obbiettivi perseguono, ma non spiegano cosa facciano concretamente per centrarli. Si tratta di un atteggiamento poco trasparente che contrasta non solo le richieste degli investitori, ma anche l’evoluzione normativa e paranormativa.
Già nel 2021 gli avvocati di ClientEarth avevano avvisato le quattro maggiori società di revisione contabile del mondo – Deloitte, EY, KPMG e PwC – che rischiavano di non rispettare gli standard di revisione e i loro obblighi legali fondamentali perché stavano sottostimando il rischio climatico e minacciando l’integrità del mercato. Le singole società non hanno mai risposto alla Ong che è stata invitata a discutere le sue preoccupazioni con le Big Six tramite il Gppc.
Da allora il Comitato è diventato intermediario della comunicazione tra ClientEarth e le sei società di revisione contabile. Da allora la Ong ha cercato di avere informazioni concrete sulle azioni messe in campo per favorire una migliore divulgazione delle questioni climatiche nei report aziendali secondo le regole, gli standard e le linee guida esistenti. Al termine del confronto, gli avvocati di ClientEarth hanno affermato che le risposte dei revisori sono state insoddisfacenti, date le prove di continue carenze nelle pratiche contabili, di audit e di fronte all’aumento del rischio climatico.
Il Gppc, invece, non ha rilasciato una dichiarazione pubblica sulla posizione delle società di revisione su questo tema.
“Nonostante la promessa di apportare miglioramenti al modo in cui il rischio climatico viene riportato nei rendiconti finanziari e nelle relazioni di audit – ha dichiarato Robert Clarke, avvocato di ClientEarth – la posizione dei revisori su questa questione cruciale rimane preoccupantemente poco chiara. Le più grandi società di audit e contabilità hanno un’enorme sfera di influenza sulla questione cruciale di come il rischio climatico si riflette nella rendicontazione finanziaria e nell’audit, ma è difficile discernere una leadership significativa dal Gppc quando si tratta di cambiamento climatico. Abbiamo urgentemente bisogno di vedere il pensiero dei revisori su come migliorare la rendicontazione finanziaria e ClientEarth sta esortando il Gppc a pubblicare e sviluppare la sua posizione mentre il rischio climatico finanziariamente rilevante continua a crescere. Gli investitori chiedono ripetutamente rapporti migliori. Gli standard setter hanno già affermato che ciò è richiesto dalle norme esistenti. È ora che i revisori si facciano avanti e guidino il cambiamento necessario”, ha concluso l’avvocato.
ClientEarth è un’organizzazione no-profit legale e ambientale, con sede a Londra e uffici anche a Bruxelles, Varsavia, Berlino, Pechino, Madrid e Los Angeles.
Fondata nel 2008 da James Thornton, attualmente è guidata da Laura Clarke come amministratore delegato. Agendo sia come avvocati che come esperti ambientali i membri di questa Ong utilizzano la legge per responsabilizzare i governi e le società riguardo ai temi del cambiamento climatico, della perdita della natura e dell’inquinamento.
Nel 2012, ClientEarth è stata riconosciuta con il premio Ong dell’anno da BusinessGreen. Nel 2013, ha ricevuto il premio LSA della Law Society per l’eccellenza nella responsabilità ambientale, mentre nel 2017 è stato riconosciuto come il gruppo ambientalista più efficace dai leader ecologici.