(Adnkronos) – Il turismo culturale ‘fast-food’ e orientato al consumo può dimostrarsi impegnativo dal punto di vista degli impatti ambientali negativi e degli effetti sociali e culturali sulle comunità e sugli ecosistemi locali. È lontano da questo approccio il progetto Be.Cultour (Beyond CULtural TOURism), finanziato dalla Commissione europea nell’ambito di Horizon2020 e coordinato dal Cnr, che ha l’obiettivo di supportare gli investimenti in start-up innovative e a vocazione sociale per realizzare iniziative circolari.
Be.Cultour si concentra sul ‘luogo’ come genius loci, lo spirito antico del sito, e sulle ‘persone’ come co-creatori della sua unicità, cultura, arte, tradizione, folclore, produttività e spiritualità e si propone di sviluppare strategie specifiche per promuovere una comprensione del turismo culturale che mette al centro gli esseri umani e i modelli di economia circolare, prestando attenzione alla natura, alle comunità e alla diversità culturale.
Il progetto punta a promuovere le risorse culturali e naturali abbandonate, sottoutilizzate e meno conosciute, valorizzare capitale umano e diritti umani, ridurre la pressione turistica su territori sovrasfruttati, nonché i rifiuti e il consumo di risorse naturali (energia, acqua, suolo, biodiversità), aumentare l’utilizzo di energia pulita e mezzi di trasporto verdi, riciclare e riutilizzare materiali e prodotti, valorizzare le produzioni alimentari e artigianali locali.
Il tutto ricorrendo anche all’ausilio dell’innovazione tecnologica: i sistemi Ict, AI, 5G e IoT possono essere utilizzati per una migliore gestione dei flussi turistici per evitare il sovraffollamento, migliorare l’accessibilità e la sicurezza e promuovere politiche basate su prove per migliorare il benessere delle comunità locali, nonché l’esperienza dei visitatori.
Partenariati ampi e diversificati di stakeholder provenienti da 18 regioni UE e non UE dell’Europa centro-settentrionale e meridionale, dei Balcani, del vicinato orientale e del Mediterraneo, sono la forza trainante del progetto. Una comunità di 300 innovatori (che comprende autorità regionali e comuni, cluster e associazioni, musei ed enti turistici, imprenditori, camere di commercio, cittadini, ricercatori, professionisti e partner di progetto) in 6 regioni pilota co-creerà luoghi innovativi soluzioni basate per un turismo culturale incentrato sull’uomo e circolare.
Nell’ambito del progetto è stato concepito ad hoc un pledge fund, in chiave ESG, dalla società di servizi finanziari Iniziativa, per finanziare le iniziative di turismo culturale circolare e sostenibile previste, che devono essere allineate agli Obiettivi dell’Agenda 2030 e prestare particolare attenzione alla rigenerazione urbana, alla valorizzazione delle aree rurali, dei territori e degli ecosistemi dell’innovazione locale, alla creazione di impatto positivo nella comunità di riferimento.
Nel pledge fund gli investitori possono fare investimenti ibridi (denaro o conferimenti in natura) su una base deal by deal, in cui possono assumere la decisione di cosa investire e come, in iniziative di economia circolare in ambito turistico, culturale e creativo. La selezione e la valutazione delle opportunità di investimento è affidata a un gruppo di specialisti con l’incarico di sviluppare lo scouting delle opportunità d’investimento secondo determinati parametri e di presentarle agli investitori precedentemente selezionati, i quali provvedono a esaminarle e a decidere eventualmente di investirvi in che misura e in che forma.
Le iniziative dovranno essere allineate agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e prestare particolare attenzione alla valorizzazione delle aree rurali, alla rigenerazione urbana e al turismo culturale sostenibile, contribuendo attivamente al rinnovo dell’ecosistema turistico e alla valorizzazione del patrimonio culturale.