(Adnkronos) – La raccolta delle mele parte in questi giorni in Trentino, nelle valli del Noce, Val di Non e Val di Sole, e nelle aree limitrofe. L’evento, che si protrarrà fino a metà ottobre, diventa un rito collettivo scandito dai ritmi della natura e delle varietà dei frutti caratterizzati, come noto, da differenti tempi di maturazione.
Gli analisti del Consorzio Melinda si aspettano una stagione positiva, in linea con gli anni precedenti. Ma i numeri non sono tutto. Perché la raccolta delle mele è in realtà molto di più: un lungo momento di condivisione, una celebrazione dell’identità che coinvolge tutto il territorio.
“Per le 4.000 famiglie del nostro Consorzio, la raccolta rappresenta il momento chiave dell’anno. Adesso si raccolgono i frutti del duro lavoro dei mesi precedenti – spiega il presidente di Melinda, Ernesto Seppi – Questo lungo evento, però, rappresenta anche un’opportunità di integrazione con gli ospiti del nostro territorio: ogni anno infatti le famiglie accolgono migliaia di raccoglitori giunti nelle nostre valli da tutta Italia e da tutto il mondo. In moltissimi casi con loro si instaurano rapporti duraturi di amicizia, fiducia e solidarietà reciproca”.
Per i frutticoltori di Melinda, la raccolta inizia a metà agosto dalle varietà più precoci, come la SweeTango e la Gala, e termina a ottobre inoltrato con la raccolta delle tardive, come Morgana, Enjoy e infine Fuji. Le operazioni si svolgono ancora come un tempo: braccia che si allungano, mani che afferrano. La tecnologia? In espansione, sì, ma limitatamente agli spazi offerti da un territorio montano fatto di pendii scoscesi e frutteti difficili da raggiungere e gestire meccanicamente.
Una volta pieni, i cassoni con il raccolto vengono trasportati da ogni agricoltore in una delle 16 Cooperative di Melinda, dove le mele verranno conservate e successivamente preparate per la vendita.
“C’è un senso condiviso di circolarità, una percezione comune di un rito che si ripete e ci qualifica come territorio – aggiunge Seppi – La raccolta non è solo una fase chiave per i produttori ma anche e soprattutto una stagione peculiare che scandisce il tempo per tutti gli abitanti della valle delle mele. Concepire la storia e l’identità di questi luoghi senza chiamare in causa la raccolta periodica e il suo valore simbolico sarebbe semplicemente impossibile”.