(Adnkronos) – L’Assemblea dei Consorziati del Conou (Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati), riunitasi il 28 aprile, ha approvato all’unanimità il bilancio 2022: anche lo scorso anno, il Conou ha raggiunto livelli di eccellenza nell’economia circolare, raccogliendo 181mila tonnellate di olio usato ed avviandone alla rigenerazione il 98,3%, contro la media dei Paesi Ue del 56%. Inoltre, dal settembre 2022, il Consorzio ha ulteriormente ridotto il contributo ‘oli usati’, dovuto dalle aziende sulla base delle immissioni al consumo di lubrificanti, da 110 €/tonnellata a 70€/tonnellata, il valore più basso dal 2015 a oggi.
“Attraverso la rigenerazione dell’olio usato raccolto, sono state prodotte 118.000 tonnellate di nuove basi lubrificanti, oltre 38mila tonnellate di bitumi e gasoli, con un significativo risparmio per la bolletta energetica del nostro Paese”, evidenzia il presidente del Conou Riccardo Piunti.
Solo una piccola parte dell’olio raccolto, pari al 1,6%, è stato avviato a combustione mentre l’olio termodistrutto, in quanto fortemente inquinato, è stato solo lo 0,1% del totale. Il tasso di raccolta cioè il rapporto tra olio raccolto e immissioni al consumo di oli lubrificanti, è salito al 47.2%, anch’esso un massimo storico.
Risultati rilevanti sono stati raggiunti anche nella qualità dell’olio usato. “Le attività di gestione della qualità dell’olio in ingresso continuano a dare risultati, consentendo di concentrare, in piccoli volumi destinati a combustione, gli inquinanti dell’olio usato; si sono fatti passi avanti nel ridurre il contenuto di acqua e di silicio dell’olio rigenerabile. La qualità dei processi, oggetto di specifica attenzione nel 2022, fa registrare una riduzione dei carichi declassati e dei cambi di prenotazione nella logistica”, sottolinea Piunti.
Il Consorzio ha, inoltre, reagito con rapidità ed efficacia alla crisi dell’energia, mettendo in campo misure di compensazione del picco dei costi di trasporto e del gas sia per i Raccoglitori che per i Rigeneratori.
Dal punto di vista economico, nonostante la tempestiva riduzione del contributo, il Consorzio ha accantonato 7,8 milioni di euro, che aggiunti ai 12,2 milioni di euro accantonati nel 2021, hanno permesso di ricostituire quasi interamente la Riserva, alla quale si era attinto nel 2019 e nel 2020 per complessivi 22 milioni di euro. Tale risultato è stato raggiunto soprattutto grazie al ridotto supporto alle imprese di rigenerazione, in ragione degli alti prezzi degli oli base, ma anche grazie alla forte attenzione ai costi di gestione ridotti di circa 340mila euro rispetto al 2021.