La “moda tossica” è ancora tra noi, nonostante i progressi significativi: un articolo su cinque ha livelli elevati di sostanze chimiche, tra cui piombo, ftalati e PFAS, secondo un’indagine condotta da CBC Marketplace a ottobre 2021. Un problema che riguarda gli abiti nuovi, ma anche la moda second hand, che oggi è molto diffusa grazie a siti e app dedicati, da Vinted a Swat Party: alcune sostanze chimiche dannose, come la formaldeide per esempio, si possono trovare ancora sui vestiti usati, nonostante siano già stati sottoposti a lavaggi, anche numerosi. Per sicurezza, che siano di prima o seconda mano, ecco perché lavare i vestiti appena comprati è importante.
Sostanze tossiche nei vestiti: i protocolli delle aziende
Una guida per affrontare la cosiddetta “moda tossica”, sia da parte delle aziende che da parte dei consumatori, è stata offerta da due dirigenti di Intertek (laboratorio certificato dalla Consumer Product Safety Commission), Michael Redshaw e Pratik Ichhaporia, in un’intervista al magazine di moda WWD. “Dato che un crescente numero di persone chiede alle aziende maggiore trasparenza e più sensibilità ai temi della responsabilità sociale e ambientale, sono sempre più numerosi i colossi del fashion che pongono attenzione al tema delle sostanze chimiche residue sugli abiti. Non solo rispettano i requisiti normativi per la produzione, ma spesso aderiscono anche a programmi di audit volontario come il programma Workplace Condition Assessment [WCA] di Intertek: l’obiettivo è migliorare le loro catene di approvvigionamento per quanto riguarda condizioni di lavoro, salute e sicurezza, gestione dei prodotti chimici e gestione delle acque reflue“.
Sostanze tossiche: perché lavare i vestiti nuovi
Oltre ai danni procurati all’ambiente alcune sostanze chimiche presenti negli indumenti, nelle rifiniture e negli imballaggi possono avere effetti tossicologici importanti per le persone, non sempre immediate, ma anche di lungo periodo: sono possibili conseguenze per il sistema riproduttivo e per il sistema immunitario, oltre all’aumento del rischio di cancro. Nel breve periodo, invece, si possono notare reazioni come irritazioni della pelle e allergie. Alla luce di queste preoccupazioni, i consumatori dovrebbero lavare i loro vestiti nuovi almeno una volta prima di indossarli per rimuovere i prodotti chimici persistenti?
L’importanza del primo lavaggio
“Il lavaggio è raccomandato soprattutto nel caso di vestiti per bambini piccoli o per persone che hanno la pelle sensibile, poiché ciò riduce le eventuali sostanze chimiche residue derivanti dalla lavorazione dei tessuti“, spiegano i due esperti di Intertek. “Formaldeide e composti organici volatili (COV) sono esempi di sostanze chimiche che possono essere lavate via parzialmente durante il primo lavaggio“. Importante, poi, leggere le etichette dei capi, che in alcuni casi indicano esplicitamente che i vestiti vanno lavati per la prima volta prima di indossarli.
Quali sono gli altri comportamenti utili da osservare da parte degli amanti dello shopping? Guardare la composizione dei tessuti prima di acquistarli e privilegiare fibre naturali, evitando stampe plastificate, che possono contenere sostanze nocive più a rischio, ed inserti in metallo che potrebbero stare a diretto contatto con la pelle. Più in generale “bisogna abbracciare una filosofia di consumismo consapevole“, concludono Michael Redshaw e Pratik Ichhaporia. “Questo significa innanzitutto scegliere capi di lunga durata, in grado di resistere alla prova del tempo, e privilegiare marchi fashion che pongono l’accento su qualità, sicurezza e sostenibilità. Sempre più importante è aderire ai programmi di upcycling degli indumenti esistenti: molti negozi propongono schemi di riciclaggio che prevedono il ritiro degli abiti usati in cambio di sconti e bonus d’acquisto“.