Mentre i big della Terra sono riuniti a Glasgow nella Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, ci sono iniziative per proteggere la Terra che nascono dal basso, dall’intuito, dallo spirito d’iniziativa e dall’attenzione per il Pianeta da parte di privati cittadini. Come i giovani fondatori di Glac-UP, la startup che salva i ghiacciai alpini, “impacchettandoli” d’estate per proteggerli dal caldo e proponendo a privati cittadini e aziende di contribuire al progetto, adottando qualche metro quadrato di… ghiaccio.
Allarme ghiacciai: a fine secolo l’89% non ci sarà più
Effetto global warming: entro il 2100 l’89% del volume dei ghiacciai non esisterà più, secondo le stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. A confermare l’allarme, ci sono anche i dati del monitoraggio della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente, che ha studiato lo stato di salute di alcune delle masse glaciali più grandi d’Italia: negli ultimi trent’anni l’Adamello ha perso oltre il 50% della sua superficie, il Gran Paradiso circa il 65%. In Alto Adige, invece, 168 ghiacciai si sono frammentati in 540 unità distinte. A causa del riscaldamento globale le masse glaciali perdono superficie e spessore, ritirandosi in alta quota e frammentandosi in corpi più piccoli.
Come è nata la startup Glac-UP
Insomma, non c’è tempo da perdere. Così i quattro giovani startupper sono partiti da quello che la scienza indica come unico sistema per ridurre lo scioglimento dei ghiacciai nell’immediato: coprirli durante i mesi più caldi, periodo in cui si sciolgono a velocità esponenziale, grazie a speciali teli geotessili che ogni anno riescono a salvare uno strato profondo fino a 3,5 metri.
Ispirandosi a modelli di business che si sono già rivelato di successo, come quello di “4 Ocean” per raccogliere la plastica dai mari e quello di “Treedom” per piantare alberi, dopo aver abbozzato il loro progetto in un corso dell’Università Bocconi, i giovani imprenditori hanno approfondito e strutturato la loro idea, sia a livello scientifico che imprenditoriale.
Per rendere tale attività economicamente sostenibile e passare all’azione concreta, hanno sviluppato l’omonimo “Sistema Glac-UP”, proponendo a privati ed aziende di investire. Come? “Ognuno può ‘adottare’ una porzione di ghiacciaio, metro quadro per metro quadro, e contribuire ad acquistare gli appositi teli, che vengono collocati a inizio estate e recuperati a fine stagione. In un’ottica di economia circolare, una volta che avranno perso il loro potere protettivo, i teli saranno riciclati”, spiegano i fondatori della startup, che è entrata anche a far parte del programma di pre-accelerazione “B4i – Bocconi for innovation” (*), scelta con altre 14 tra oltre 200 candidate.
Il progetto al via con il Ghiacciaio del Presena
“Abbiamo deciso di partire da uno dei ghiacciai più in difficoltà di tutto l’arco alpino: il Ghiacciaio del Presena, situato nella località di Pontedilegno-Tonale”, spiegano gli startupper. “L’utilizzo dei teli serve per avere un impatto immediato fin da subito sui siti in cui operiamo. L’azione globale di riduzione della CO2 rimane importantissima e fondamentale per vincere questa battaglia nel lungo termine, ma ha effetto sulle temperature solo nell’arco di alcuni decenni”.
Come adottare un pezzo di ghiacciaio
La possibilità di adottare qualche metro quadro di ghiacciaio “si rivolge ai tanti appassionati di montagna che frequentano le zone alpine, senz’altro molto sensibili al problema, dato che lo toccano con mano, ma anche ai privati cittadini attenti all’allarme ambientale e alle aziende, che vogliono integrare nei loro processi aziendali valori come ambiente, innovazione e sostenibilità”. Infine, concludono gli startupper, Glac-UP vuole aiutare le realtà locali a tutelarsi e a custodire la propria attrattività: comunità montane e località sciistiche che fondano il proprio benessere sul turismo legato al ghiacciaio”.
(*) B4i – Bocconi for innovation dell’Università Bocconi di Milano è la piattaforma di pre-accelerazione, accelerazione e sviluppo che offre percorsi di accelerazione gratuiti della durata di 4 mesi fino ad un massimo di 30 start up l’anno.