Se alla fine dell’anno si arriva sempre piuttosto stanchi mentalmente, questa sensazione è ancora più forte per molte persone in questi ultimi giorni del 2021: si chiudono 12 mesi intensi, in cui il nostro cervello è stato sommerso da milioni di stimoli, molti dei quali piuttosto ansiogeni perché legati alla pandemia. Siamo stati sempre connessi, tra news h24, smart working, corsi ed eventi online.
Il nostro cervello non è abituato a gestire un volume così grande di informazioni: la perdita di controllo della nostra attenzione incide quotidianamente sulle nostre naturali funzioni di equilibrio. In vista dell’anno nuovo, allora, è importante organizzare un detox mentale per riconquistare l’equilibrio. Gli ingredienti principali di questo allenamento sono l’immobilità, il silenzio e la contemplazione. In parole semplici, non fare nulla...
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Fermarsi è un concetto che non viene contemplato dalla nostra routine urbana, invece è l’azione fondamentale per analizzarci. A fine anno, tendiamo a compilare lunghe liste di buoni propositi: azione, che punta, di fatto, a riempirci le giornate creando da subito stress e iper-attività. E’ importante avere degli obiettivi, ma è altrettanto importante fermarsi e ascoltarsi a beneficio di una migliore qualità di vita.
Mindfulness per il 2022: cinque propositi
Gli esperti di Petit BamBou, app di meditazione mindfulness, hanno preparato i “Pochi Propositi”: una serie di pratiche ed esercizi mentali per riacquistare una consapevolezza perduta, imparare ad essere lucidi per non subire i meccanismi che rischiano di farci perdere l’equilibrio e il senso di quello che facciamo. Un modo diverso per andare incontro al 2022 con propositi non convenzionali.
- Prendere coscienza di tutti i momenti in cui siamo assenti da noi stessi e agiamo come se avessimo attivato il pilota automatico. L’esercizio invita a fare caso a tutti quei momenti in cui compiamo azioni senza rendercene conto e, mentre ne prendiamo atto, sorridiamo, respiriamo una o due volte, prestando davvero attenzione. Questo serve a riprendere il controllo di quell’attività infrangendo l’automatismo.
- Individuare le imposizioni che riceviamo dai nostri cari, dai media, dai colleghi, dalle reti sociali cercando di considerarle come proposte e decidendo consapevolmente e liberamente. In questo caso, quando riceviamo input imperativi (ad esempio: “Ricordati che ti devi iscrivere in palestra questo mese”), dobbiamo fare un respiro profondo svuotando la testa da pensieri e analisi, ed etichettare il messaggio come “forzatura”. In questo modo prendiamo le distanze dall’obbligatorietà e riusciremo a leggere l’esortazione come una proposta, permettendoci di decidere se assecondarla, o meno, consapevolmente e liberamente.
- Liberarsi dalle auto-imposizioni, in particolare quelle che ci arrivano attraverso la nostra voce interiore che, quasi sempre, ci parla all’imperativo. Un esercizio utile in questo caso sarà quello di identificare quelli che sentiamo come nostri “doveri” inderogabili, fare un lungo respiro senza cercare di capire o analizzare. A quel punto etichettiamo queste attività come “auto-imposizione” e analizziamo se non è possibile fare diversamente, se le facciamo per convinzione o perché lo sentiamo come obbligo (e, nel caso, nei confronti di chi), e scegliere con maggiore lucidità se attivarci oppure trovare un’alternativa che possiamo vivere come piacere e non come incombenza.
- Superare FOMO e multi-tasking: l’ormai celebre Fear Of Missing Out e il volere “fare tutto” sono spesso le cause delle nostre giornate super intense. Un aiuto a liberarsi da queste costrizioni è quello di fare caso ai momenti in cui ci si sente soddisfatti di qualcosa senza distrarci a controllare che non stia succedendo niente di meglio altrove. Anche qui fare un lungo respiro aiuta a concentrarci sul momento presente.
- Riscoprire ciò che non vediamo e non sentiamo più, come ad esempio il piacere di incontrare determinate persone, preparare un pasto speciale, assaporare la gioia che può venire dal fare un regalo con cura, godersi la bellezza della luce invernale, vivere appieno le manifestazioni fisiche nel corpo legate a certe emozioni.
“Ci sembra che questo sia il momento giusto per parlarne, perché alla fine di ogni anno siamo bombardati da proposte di nuovi corsi, tecniche, metodi, soluzioni miracolose per vivere meglio l’anno successivo. Eppure, tutto è già lì ma tendiamo a dimenticarlo”, afferma Anna Beduschi, Marketing Manager di Petit BamBou. “Le azioni e gli atteggiamenti che ci invitano a osservare ciò che accade sono una forma di ecologia della mente. Questo stato di presenza si coltiva attivamente in modo formale e puntuale, ma anche e soprattutto nelle nostre azioni quotidiane una volta che abbiamo sviluppato l’abitudine ad ascoltarci”.
Mindfulness hi-tech con Petit BamBou
Petit BamBou è la principale applicazione di meditazione mindfulness in francese, inglese, spagnolo, tedesco, italiano con la quale più di 7 milioni di persone stanno già meditando. Il suo metodo semplice ed efficace la rende la scelta migliore sia per chi vuole iniziare la pratica, sia per chi medita da tempo. L’app offre più di 400 programmi guidati in lingua italiana dai migliori esperti su diversi temi: stress, ansia, sonno, relazioni, lavoro, maternità, nonché video esplicativi che guidano gli utenti attraverso i principi chiave della meditazione. Un programma completo e gratuito è disponibile nell’app per iniziare la propria pratica. Diversi gli abbonamenti disponibili dall’app per rispondere a tutte le esigenze: mensile, semestrale e annuale, a partire da €4,00 al mese se si sceglie l’opzione per un anno. L’applicazione è disponibile per il download su dispositivi Apple e Android. Per maggiori informazioni: www.petitBamBou.com/it