“Bella gente”: Rita De Crescenzo, conosciuta anche con il nickname di Svergognata, si rivolge così ai suoi 1,7 milioni di follower su TikTok, per poi cominciare a parlare in napoletano stretto, tanto che spesso risulta difficile capirla se si è… forestieri. Da qualche anno il suo nome fa discutere sui social e nella realtà, l’ultima volta soltanto pochi giorni fa, quando la sua partecipazione a una festa parrocchiale a Nocera Inferiore ha scatenato le polemiche.
LEGGI ANCHE:
Avanzano i “nuovi mostri” di TikTok… Gianluca Vacchi, scansati
Chi è Rita De Crescenzo
Rita De Crescenzo, classe 1979, è originaria del quartiere Pallonetto di Santa Lucia a Napoli: con il suo stile partenopeo, i balli, le canzoni neomelodiche e i video musicali, ha saputo conquistare il pubblico, trasformandosi in una vera e propria icona del web (quello più trash). La sua hit “Ma te vulisse fa na gara e ballo” ha superato i 7 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Per qualche anno ha anche aperto un negozio a Napoli, vendendo gadget brandizzati, poi nel 2024 ha chiuso perché – ha dichiarato – voleva “rilassarsi, riposare e godersi i nipoti, le nuore e tutto”. Il business di famiglia, d’altronde, è un altro: “I miei figli sono nati con la nautica e mio marito ha i cantieri e le barche”.
Rita De Crescenzo piace, soprattutto ai suoi conterranei, perché, oltre alla sua allegria e alla sua spontaneità, si presenta come un caso di rinascita e resilienza.
Dalla Napoli popolare al palcoscenico di TikTok
Nella sua vita ci sono stati infatti momenti difficili. Nel 2017 la tiktoker è stata arrestata con l’accusa di spaccio di droga: sebbene sia stata successivamente assolta, questo episodio l’ha profondamente segnata, causandole anche per un certo periodo la perdita della potestà genitoriale. Di recente, poi, il figlio più giovane, scappato qualche mese fa dalla casa famiglia in cui si trovava, è stato fermato dalla Polizia Locale di Napoli mentre guidava uno scooter senza patente: De Crescenzo è così diventata protagonista di un episodio virale, che l’ha vista inveire contro i vigili urbani, supportata da un folto seguito di fan.
Le ospitate di Rita De Crescenzo alle feste private
Oltre alla sua attività sui social, Rita De Crescenzo è molto richiesta per ospitate ed esibizioni a eventi privati, come comunioni, cresime, compleanni, matrimoni e altre ricorrenze.
Difficile stabilire quale sia il suo cachet. Si sa però quanto chiede – 300 euro – per la consegna a domicilio della box colazione “Chiappariello”, con tanto di esibizione ad hoc: va a casa dei follower che la chiamano, bacia e abbraccia i destinatari di quella che spesso è una sorpresa fatta da parte di altri familiari, si lascia fotografare e riprendere insieme a loro, a volte da sola, altre volte insieme al marito Sasà (Salvatore).
Complessivamente, stando a quanto dichiarato da lei stessa durante un’intervista a “Le Iene”, arriva a guadagnare fino a 12mila euro al mese.
@ritadecrescenzoreal ♬ suono originale – Rita decrescenzo
Festa parrocchiale a Nocera Inferiore
Rita De Crescenzo è abituata a stare al centro delle polemiche. Come quando ha portato la colazione a una coppia dei Quartieri Spagnoli, sottoposta al regime degli arresti domiciliari. Quando l’ha scoperto, lei non si è scomposta: “Glielo lascio sulla sedia”, ha detto.
E chissà come ha reagito solo pochi giorni fa, quando è stata invitata come ospite d’onore alla festa religiosa di Maria Santissima di Materdomini, organizzata dalla parrocchia di Sant’Anna di Fiano-Fosso Imperatore a Nocera Inferiore. Il suo volto è apparso sui manifesti dell’evento, accanto allo slogan “La Madonna ti accompagni”, suscitando immediatamente reazioni contrastanti.
“Credo che non ci siano limiti alla vergogna. Ma come si fa ad invitare un simile soggetto a una festa parrocchiale. Ma poi questa donna davvero incarna i valori della chiesa e del cristianesimo? Questi sono gli esempi che vogliono far seguire dai fedeli?”, ha commentato Francesco Emilio Borrelli, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, come sottolineato dal quotidiano ‘La Città di Salerno’. “La nostra riflessione, di carattere generale, è che le feste religiose debbano essere utilizzate come occasioni di riflessione su ciò che significa essere buoni cittadini”, è invece la posizione di Riccardo Cristian Falcone, referente provinciale dell’associazione “Libera”.