Gennaio 2018. A Torino avviene la prima compravendita immobiliare con criptovaluta nella storia d’Italia. Da allora Bitcoin e simili si sono diffusi sempre di più, finendo per diventare un importante asset finanziario. Sempre più persone, quindi, sono interessate anche a comprarsi casa coi Bitcoin, tanto da aver spinto il sito Immobiliare.it a stilare una sorta di guida sull’argomento.
Crypto real estate
Si moltiplicano infatti gli annunci immobiliari che contengono frasi come: “si accetta pagamento in Bitcoin al valore di mercato il giorno del rogito”. Del resto, anche Tesla ha da poco annunciato di accettare la valuta per l’acquisto delle sue auto.
Immobiliare.it ricorda quindi che, nonostante i Bitcoin non abbiano valore legale in Italia, “possono comunque essere usati come forma di pagamento se c’è accordo tra le parti”. In questi casi, insomma, “si può fare riferimento a una risoluzione della stessa Agenzia delle Entrate, la n. 72/E del 2 settembre 2016, che ha confermato l’utilizzabilità delle criptomonete come mezzo di pagamento (richiamando anche una precedente decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2015)”. Insomma: si può fare! A patto che, ovviamente, nell’atto sia indicato un corrispettivo equivalente in euro.
I rischi
Rimangono i rischi, quelli noti ai più. Secondo il sito, infatti, “molti esperti sono sostanzialmente concordi nell’individuare dei profili di ‘rischiosità’ della vendita connessi all’antiriciclaggio e alle implicazioni dal punto di vista fiscale, che sono ancora oggetto di discussione e valutazione”. A tutto questo va aggiunta poi la questione della fluttuazioni di mercato, tipiche di queste valute.
A tal proposito è lo stesso amministratore delegato del gruppo Immobiliare.it Carlo Giordano a notare che è “difficile immaginare un futuro stabile per questo metodo di pagamento senza ipotizzare l’ingresso in campo di un istituto di regolamentazione bancario – nazionale o sovranazionale – o di un formale organismo di autorità”.
“Farsi la casa” coi Bitcoin è quindi possibile, ma rischioso: “un azzardo, in cui i rischi sono ancora difficilmente calcolabili”, conclude Giordano. Insomma, anche se sono lontani i tempi in cui i Bitcoin era la valuta del dark web, è ancora presto per usarlo in questi settori.
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