Meteora ChatGPT? Sembrerebbe così, stando agli ultimi dati sul traffico web relativi al chatbot targato OpenAI. Gli accessi globali al sito più famoso del momento hanno infatti registrato un calo del 3,2% nel mese di agosto, come rilevato dalla società di analisi Similarweb. Un trend negativo iniziato già a giugno e proseguito per tutta l’estate. Segno della fine di un innamoramento? Probabilmente no. Ma questo andamento dà preziose informazioni sulla tipologia degli utenti di questo strumento di Intelligenza Artificiale.
ChatGPT: continua il declino del traffico
Come anticipato, nel mese di agosto le visite globali sia desktop che mobile al sito web di ChatGPT, lanciato a novembre 2022, sono state pari a 1,43 miliardi, in diminuzione del 3,2%. Un trend che fa seguito a precedenti cali, circa il 10%, nelle visite al sito web sia a giugno che a luglio. Anche la durata del tempo trascorso dai visitatori sulla piattaforma ha visto una costante diminuzione mensile, in questo caso sin dal mese di marzo, passando da una media di 8,7 minuti per sessione a 7 minuti in agosto.
L’interesse verso l’Intelligenza Artificiale si sta già spegnendo? Così parrebbe a prima vista, ma in realtà ci sono anche segnali in controtendenza. Ad agosto, infatti, le visite globali saranno anche calate, ma il numero di visitatori unici in tutto il mondo è leggermente aumentato a 180,5 milioni di utenti rispetto ai precedenti 180 milioni. Segno, questo, che sempre più persone vanno alla scoperta del chatbot, che però viene utilizzato meno frequentemente.
ChatGPT: tra gli utenti molti studenti
Almeno questo è stato lo scenario fotografato durante questa estate 2023. Secondo gli esperti, a causare il rallentamento d’uso è stata nientemeno che la fine della scuola, che ha portato alla diminuzione degli utenti più giovani. Se si guarda ai soli Stati Uniti, infatti, ad agosto si è registrata una modesta ripresa del traffico, proprio in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico.
Il prossimo ritorno degli studenti fra i banchi, quindi, potrebbe ora fungere da catalizzatore per l’utilizzo di ChatGPT, soprattutto perché alcune istituzioni educative hanno iniziato a integrare il chatbot nel loro curriculum. Secondo David F. Carr, analista di Similarweb, la domanda di assistenza per i compiti potrebbe rappresentare in futuro una notevole forza trainante per lo sviluppo.
Traffico ChatGPT tra frenate e prossimi sviluppi
Non solo. A contribuire alla diminuzione del traffico verso il sito web potrebbe essere stato anche il rilascio a maggio dell’app ChatGPT per iOS e Android, il che ha tolto ulteriore traffico al suo sito web (da ricordare che l’accesso all’applicazione è gratuito, ma chi vuole avere accesso alla versione premium deve pagare 20 $ al mese). Infine, sempre secondo la società di analisi Similarweb, nei prossimi mesi gli accessi al programma dovrebbero tornare a salire anche grazie al lancio di ChatGpt Enterprise, la versione dedicata alle aziende e agli utenti professionali.
Tra i concorrenti di ChatGPT arriva Apple
ChatGPT è stato considerato un vero game-changer fin dal momento del suo ingresso sul panorama mondiale e, in appena due mesi dal lancio, ha raggiunto 100 milioni di utenti attivi al mese. Come ricorda Reuters, prima dell’arrivo di Threads di Meta (app concorrente di Twitter) questa è stata l’applicazione consumer con la crescita più rapida di sempre e anche attualmente si piazza tra i primi 30 siti web a livello globale. Uno straordinario successo, che ha spinto la concorrenza a reagire: se Google ha introdotto in via sperimentale Bard, un chatbot per il supporto alla ricerca web, pochi giorni fa in Cina Baidu ha lanciato Ernie Bot, risposta diretta a ChatGPT, dimostrando l’ambizione del settore tecnologico cinese di competere con l’IA occidentale attraverso lo sviluppo di prodotti interni.
Infine, ultim’ora. Secondo un nuovo rapporto di The Information, da qualche tempo Apple ha notevolmente aumentato gli investimenti nei progetti di intelligenza artificiale con l’obiettivo di sviluppare un proprio sistema simile a ChatGpt, da integrare nei propri dispositivi tecnologici. Questo sforzo mira anche a migliorare l’assistente virtuale Siri, rendendolo in grado di eseguire compiti più complessi e navigare tra le diverse funzioni dei prodotti Apple. Se il lavoro del team “Foundational Models”, che è composto da 16 persone ed è coordinato da John Giannandrea, ex manager di Google, procederà come previsto, entro il prossimo anno, forse con il rilascio di iOS 18, potrebbe essere presentata una versione più conversazionale dell’assistente presente su iPhone, iPad e Mac.