Home Future Chi è Mario Collino alias “Prezzemolo”, che porta su TikTok i giocattoli di una volta

Chi è Mario Collino alias “Prezzemolo”, che porta su TikTok i giocattoli di una volta

mario collino prezzemolo

Il suo primo giocattolo, ricevuto in dono negli Anni 60, è stato un piccolo cannone di legno e plastica, che sparava colpi veri. Tanto veri che uno colpì accidentalmente l’unica lampadina della cucina, frantumandola. Risultato? La mamma prese il gioco e lo buttò direttamente nella stufa. Oggi quel ragazzino è un uomo dalla lunga barba, che ha trovato il suo modo di far sorridere la gente nei giocattoli che non ha mai avuto. Si chiama Mario Collino, ma è conosciuto da tutti come Prezzemolo: lo potete seguire su TikTok. Non ha un suo profilo, ma i suoi racconti vengono ospitati su quello della scrittrice piemontese Cinzia Dutto, “la cacciatrice di storie” (@fannydeicolli; 60mila follower; oltre 830mila ‘mi piace’), che scrive per passione di montagna, resistenza e vita vissuta.

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Chi è Mario Collino “Prezzemolo” 

Mario Collino, nato a Cuneo il 24 luglio 1954 in una famiglia numerosa, è cresciuto in un mondo difficile, fatto di ristrettezze, senza affetto o divertimento. Come scrive Cinzia Dutto, “ci sono varie possibilità di reagire alla sofferenza: alcuni rimpiccioliscono il cuore, altri, come il nostro Mario, lo fanno diventare più grande, pieno di amore, disposto a dare agli altri quello che non ha mai avuto per sé”. 

Ex operaio alla fabbrica di pneumatici Michelin della sua città, Mario è oggi sposato con Ombretta detta Betty ed è padre di tre figli e nonno di vari nipoti. Nel corso del tempo ha coltivato la sua passione per i vecchi giochi di un tempo, arrivando a ricostruirne circa 130. Conosciuto da tutti come Prezzemolo, si è guadagnato la fama di “Geppetto del Piemonte”: fa spettacoli in giro per l’Italia e anche all’estero, visita scuole, case di riposo e mercati, desta l’interesse mediatico di tv, privati e youtuber.

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@fannydeicolli

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♬ suono originale – “la cacciatrice di storie”

Come è nata l’idea dei giocattoli di una volta

Nel 1989 Mario Collino – alias Prezzemolo o anche Monsieur Persil – ha visitato una mostra di giocattoli di una volta, che venivano definiti ‘poveri’. Un aggettivo che a lui non è piaciuto, perché “un giocattolo non è mai povero, un giocattolo è una cosa che arricchisce, che rende felici. È povero chi non ne ha”.

Da allora la sua vita trascorre tra un balocco e l’altro: a vederlo nel suo laboratorio, visitato da tante scolaresche, pare un bambino che si nasconde dietro una lunga barba bianca. Nei video su TikTok mostra le sue marionette in legno e altri giocattoli, tra cui alcuni molto curiosi, come la misteriosa scatola del topolino, il triko trako, la viruleta e lo yoyo. 

Mario Prezzemolo, il mago del riutilizzo, ha tenuto anche un workshop al Politecnico di Torino per mostrare ai futuri architetti e ingegneri i meccanismi dei giochi antichi e popolari, da riprodurre poi liberamente con mezzi differenti o da reinterpretare, trasformandoli in qualcosa di nuovo. “Una bella soddisfazione per uno che ha fatto le differenziali”, ha commentato a La Stampa, riferendosi alle classi che un tempo accoglievano alunni con situazioni particolari.

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Una magica farfalla uscirà dalle mani di Prezzemolo! Cosa ne pensi delle sue parole?. #prezzemolo #giochidiunavolta #marioprezzemolo #cinziaduttoblogger

♬ suono originale – “la cacciatrice di storie”

“La vita? E’ come una caramella”

Su TikTok Mario Prezzemolo dispensa anche la sua visione del mondo. Per esempio, che cosa sono la vita e la morte secondo lui? “E’ bello essere vivi: vuol dire interessarsi delle cose che ci sono intorno a noi, sia quelle piacevoli sia quelle che fanno soffrire. Però fa parte della vita”, dice rispondendo alla domanda di Cinzia Dutto. Poi prosegue: “A essere vivi, proprio in senso fisico, secondo me c’è solo da ringraziare. Un amico diceva sempre: ‘La vita è come una caramella. La succhi, arrivi al massimo del gusto e poi questo inizia a scendere, perché la caramella si sta consumando e a un certo punto non c’è più’. La vita finisce col gusto amaro. Però bisogna anche vedere come uno ha vissuto: se si è interessato delle cose che aveva attorno, non ha niente da recriminare”.