Meteora Metaverso? A leggere le notizie degli ultimi giorni si direbbe proprio di sì: aumenta il numero di società che, dopo aver fatto il loro debutto nell’universo virtuale, ora stanno facendo armi bagagli e si stanno ritirando in tutta fretta. Uno scenario che il Wall Street Journal riassume con un articolo dal titolo emblematico: “The Metaverse is quickly turning into the Meh-taverse”, ovvero “Il Metaverso si sta rapidamente trasformando nel Meh-taverso” (meh è un’esclamazione inglese usata per mostrare che non si è interessati a qualcosa o qualcuno).
Topolino è uscito dal Metaverso
A fare scalpore è stata prima di tutto la grande fuga di Topolino: Disney, annunciando il taglio di 7.000 posti di lavoro, ha fatto sapere che chiuderà la divisione dedicata al Metaverso, attualmente guidata da Mike White, ex dirigente dei prodotti di consumo della società, il quale sarà destinato ad un nuovo ruolo.
Lo scopo del suo team, composto da 50 persone che invece saranno tutte licenziate, era quello di capire come raccontare storie interattive, utilizzando questa nuova tecnologia insieme all’ampia libreria di proprietà intellettuale della Disney. Evidentemente, l’obiettivo ora è uscito dai radar dei vertici aziendali.
Un brutto colpo, insomma, per il metaverso, dopo che Microsoft Corp. ha chiuso AltSpaceVR, piattaforma di realtà virtuale sociale acquisita nel 2017. Ma è soprattutto l’imprenditore che aveva puntato maggiormente su questa tecnologia che ora sta bruscamente frenando: Mark Zuckerberg, che nell’ottobre 2021 aveva cambiato nome a Facebook, ribattezzandolo Meta Platforms Inc. proprio in segno di attenzione verso il metaverso, oggi rivolge il suo sguardo altrove, attratto – come molti altri – dalle nuove sfide dell’intelligenza artificiale, che sembra restituire guadagni più a breve termine. E anche lui, dopo aver licenziato 11.000 dipendenti in autunno, questo mese ha annunciato il taglio di altre 10.000 posizioni e di vari progetti, inclusi alcuni in capo alla divisione metaverse. “Efficienza”, la sua parola d’ordine per il 2023.
Metaverso: perché l’hype si è sgonfiato
Non è finita qui: diminuisce l’interesse generale, non solo quello dei big tech o dei grandi brand, come spiega ancora il Wall Street Journal. Negli ultimi mesi, per esempio, il costo degli immobili virtuali in alcuni mondi online come Decentraland e Sandbox, dove gli utenti possono muoversi grazie ai loro avatar, è crollato. Secondo WeMeta, sito che monitora le vendite di terreni nel metaverso, il prezzo medio a Decentraland è diminuito di quasi il 90% rispetto a un anno fa (da circa 45 a 5 dollari al metro quadrato).
Gli utenti non stanno cavalcando questa rivoluzione con l’entusiasmo che ci si aspettava, a causa sia dei costosi requisiti hardware richiesti e dei frequenti problemi tecnici riscontrati sia della crisi economica globale che si è scatenata nell’ultimo anno.
Se l’hype si è sgonfiato, ciò non significa però che il progresso e l’innovazione si siano fermate. Per esempio, la Metaverse Fashion Week 2023, evento multipiattaforma di 4 giorni, a cui partecipano marchi importanti come D&G, Balmain e Tommy Hilfiger, ha registrato un aumento degli utenti. Certo è che le aspettative di ottenere entrate significative in tempi brevi erano troppo ottimistiche. Per guadagnare con il Metaverso bisogna aspettare.