Perché dovresti leggere questo articolo? Probabilmente anche tu da bambino hai attraversato la “fase dinosauri”, quella in cui molti di noi si sono lasciati affascinare dalla storia di questi animali e dalle ipotesi sulla loro misteriosa scomparsa. Oggi il sogno dell’infanzia potrebbe diventare realtà: ebbene sì, potrebbe capitarci di vederli in carne ed ossa, senza doverci accontentare della loro versione scheletrica nei musei di scienze naturali. Merito della visionaria startup californiana Colossal Biosciences, attiva nel campo delle biotecnologie, che intende “resuscitare” i mammut, la tigre della Tasmania (nota anche come tilacino) e pure il simpatico dodo, estinto da 500 anni, anche a causa del comportamento dell’uomo, in particolare dei coloni portoghesi ed olandesi che sbarcarono nella nativa Mauritius, nell’Oceano Indiano, alla fine del XVII secolo.
La resurrezione dei mammut è possibile?
In sostanza, in che cosa consiste questo primo, audace progetto di… resurrezione biologica o de-estinzione? Il piano della startup, fondata nel 2021 da George Church, genetista della Harvard Medical School, e Ben Lamm, imprenditore, è quello di modificare i genomi dei parenti viventi delle creature estinte e creare così animali cosiddetti “funzionali”, che possano occupare nicchie ecologiche simili a quelle dei loro lontani cugini.
Tecnicamente si può parlare quindi di un vero e proprio ritorno oppure no? Il dibattito è aperto, accompagnato da numerosi interrogativi di natura etica. II business, però, non può aspettare la risposta alle grandi domande filosofiche e così, nell’attesa, gli investitori hanno deciso di scommettere sulla resurrezione dei mammut & co. Anzi, insieme alla recente notizia della futura rinascita del dodo (l’ultima ad essere stata annunciata in ordine temporale rispetto agli altri animali), Colossal Biosciences ha messo a segno un round di finanziamento di serie B da 150 milioni di dollari, portando il suo finanziamento totale a 225 milioni di dollari. Una cifra importante, soprattutto per una startup biotecnologica con appena 83 dipendenti.
Il caso Tigre della Tasmania
Ma quanto ci vorrà per vedere live il dodo che si muove con quella sua tipica goffaggine, come tutti ce lo immaginiamo? Nel 2021 George Church ha dichiarato a Stat News che il progetto di resurrezione del mammut potrebbe richiedere 6 anni per la nascita di un “vitello modificato”, tra editing genetico e costruzione di uteri artificiali, ed altri 10-12 anni, perché l’animale possa raggiungere la maturità sessuale. Tempi ben lunghi, quindi. Qual è il percorso previsto? Prendiamo per esempio il caso della resurrezione del tilacino o tigre della Tasmania, a cui, in collaborazione con Colossal Biosciences, ha lavorato anche l’Università di Melbourne, in particolare il Tigrr – Thylacine integrated genomic restoration research lab, come ha raccontato tempo fa la Cnn.
Delle dimensioni di un coyote, il tilacino è scomparso circa 2000 anni fa praticamente ovunque, tranne che nell’isola australiana della Tasmania. Essendo l’unico predatore apicale marsupiale vissuto nei tempi moderni, ha svolto un ruolo chiave nel suo ecosistema, ma questo lo ha anche reso impopolare tra gli esseri umani. I coloni europei dell’isola nel 1800 incolpavano i tilacini per le perdite di bestiame (nonostante i veri colpevoli fossero i cani selvatici e le azioni dell’uomo stesso) e diedero la caccia alle timide tigri della Tasmania fino a farle definitivamente estinguere.
Il team di scienziati sta ora costruendo un genoma dettagliato dell’animale estinto, che sarà poi confrontato con quello del suo parente vivente più prossimo, un marsupiale carnivoro delle dimensioni di un topo chiamato “dunnart dalla coda grassa”. “L’idea è quella di prendere le cellule viventi dal dunnart e modificare il loro dna in ogni punto in cui esso differisce dal tilacino. In sostanza faremo in modo che la cellula di dunnart possa diventare una cellula di tigre della Tasmania», sottolinea Andrew Pask, docente all’Università di Melbourne e capo del Tigrr. “Il nostro obiettivo finale è ripristinare in natura le specie che hanno svolto ruoli essenziali nell’ecosistema”. La speranza è quella di rivedere di nuovo i tilacini nella boscaglia della Tasmania, anche se sarà necessario “uno studio approfondito dell’animale e della sua interazione con l’ecosistema per molte stagioni e in vaste aree di terreno recintato, prima di prendere in considerazione un suo completo rewilding”.
Combattere l’estinzione delle specie
L’idea di resuscitare gli animali estinti non è quindi un esercizio della scienza fine a se stesso, ma alla base c’è l volontà di aiutare la conservazione delle specie ed affrontare l’enorme perdita che si sta verificando sulla Terra in questo momento. “Possiamo occuparci davvero della salute del nostro pianeta”, afferma Tom Chi, fondatore di At One Ventures, un fondo di venture capital focalizzato sul clima ed investitore di Colossal. Inoltre, strada facendo, il progetto potrà dare tanti, piccoli benefici, che non susciteranno lo stesso impatto mediatico, ma che potrebbero avere un impatto impotante, come per esempio il vaccino per il virus dell’herpes endoteliotropico degli elefanti (EEHV), a cui la startup sta lavorando. “Scopriremo molte cose interessanti sul regno animale e sulla vita in generale”.