“Stare bene per potersi relazionare al meglio con gli altri e affrontare la propria vita“. Una filosofia sempre più diffusa ormai, che guida la ricerca di equilibrio interiore. Ci si iscrive a corsi di yoga e di mindfulness, oppure si intraprende un percorso di psicoterapia, di cui si parla tranquillamente in ufficio o all’aperitivo con gli amici, mentre un tempo il solo pensiero era un tabù. Anche la ricerca della forma fisica è un obiettivo sempre più diffuso, che coniuga tutela della salute e fini estetici. Ma cosa succede se si inserisce in questa evoluzione del costume la chirurgia plastica come “cultura” da promuovere a scuola tra i giovani? Un polverone.
Chirurgia plastica a scuola. È polemica in Campania
Lo dimostra l’assessora regionale all’Istruzione della Regione Campania, Lucia Fortini, che ha scatenato le polemiche con un post a commento di un convegno sulla chirurgia plastica tenutosi al Circolo del Tennis di Napoli. Parlando del progetto “in Forma”, ha annunciato che camper sosteranno presso le scuole campane per sensibilizzare gli studenti sull’argomento e offrire un aiuto concreto per poter intraprendere un percorso di salute fisica e mentale grazie all’intervento di medici ed esperti.
L’idea ha subito fatto il giro di web, tv e giornali. In prima linea il Centro italiano femminile, che l’ha definita una “pessima iniziativa”, sottolineando che ai ragazzi vengono già “continuamente proposti modelli di discutibile perfezione“. Sopratutto a Napoli, che ha la più alta dispersione scolastica d’Italia, e in tutta la Campania, che è maglia nera per l’obesità infantile, “è assolutamente necessario occuparsi di ben altre questioni: promuovere una corretta alimentazione, ad esempio, promuovere lo sport e finanziare strutture affinché anche nelle scuole lo si possa praticare seriamente. Noi non siamo contrari alla chirurgia plastica, in molti casi utile per ridare serenità e garantire una vita migliore, ma contrari a un messaggio che contribuisce a mettere ulteriormente in crisi i giovani nella difficile fase di accettazione del proprio corpo“.
Chirurgia plastica a scuola: la petizione su change.org
Anche molti utenti dei social network stanno pesantemente criticando l’idea che si possa parlare di chirurgia plastica in questo modo alle ragazze di 15-16 anni. E la Rete si è subito mossa per fare qualcosa di più concreto: su change.org è stata messa online una petizione dal titolo ‘No ai camper di chirurgia plastica fuori dalle scuole della Regione Campania’, che attualmente è stata firmata da quasi 4mila persone. “Non si tratta di essere favorevoli o contrari alla chirurgia plastica quanto, piuttosto, vedere in modo chiaro quanto sia inopportuno – si legge – un progetto del genere nel contesto scolastico dover si dovrebbe parlare di sport, di sana alimentazione, di cura del corpo e di come costruire il proprio futuro. Si chiede all’Assessora Fortini di ritirare il progetto”.
Il chiarimento dell’assessora Fortini
Lucia Fortini è tornata sull’argomento, cercando di chiarire il senso delle sue parole e sottolineando la differenza tra chirurgia plastica (ricostruttiva) e chirurgia estetica: se la prima è “importante ad esempio per una donna che ha subito interventi di asportazione al seno, o che è stata sfigurata a causa di una violenza”, sulla seconda, che si sta diffondendo tra i giovani, bisogna agire con interventi educativi per evidenziare gli “effetti a volte nefasti di tali procedure, che potrebbero pagare per anni”. E ancora: “Nessun Dirigente Scolastico o docente accoglierebbe mai nelle proprie scuole esperti che possano sensibilizzare all’utilizzo di tali pratiche. Tantomeno ho mai pensato di proporlo io”.
Chirurgia plastica a scuola, in Campania i camper della discordia
Ma la polemica non si placa. Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso si è schierato contro l’iniziativa di Fortini, nonostante il chiarimento dell’assessore. “Da padre di due ragazze ho letto con enorme sconcerto dell’improvvida iniziativa della Regione Campania riguardo a deicamper da piazzare davanti alle scuole per sensibilizzare gli studenti sui benefici della chirurgia plastica. Davvero un modo bizzarro di utilizzare i soldi dei contribuenti e un clamoroso errore dal punto di vista educativo: ai nostri figli dovremmo rivolgere messaggi di accettazione delle proprie e altrui diversità, non certo invitarli a un ricorso sistematico al bisturi per rincorrere le mode e i canoni estetici del momento”. “L’assessora Lucia Fortini, promotrice dello sconclusionato progetto che mirerebbe ‘alla ricerca del bello’- ha proseguito – ha cercato successivamente di aggiustare il tiro. Troppo tardi, la toppa è peggio del buco, come recita un vecchio adagio”.
Nelle scuole della Campania il progetto InForma
Il progetto ‘InForma’, partito lo scorso anno, prevede una serie di iniziative: come si legge sul sito Scuolavivacampania, “sostiene la ricerca del bello e dell’estetica insieme alla consapevolezza di un necessario equilibrio tra corpo e mente. Si insegna ai bambini che siamo tutti uguali perché ciascuno deve avere le stesse opportunità. Ma la vera bellezza non è l’omologazione, al contrario, dobbiamo perseguire la diversità per essere unici: prendersi cura di sé e del proprio benessere è il primo passo per raggiungere serenità e sicurezza“.
Anche il gruppo demA Scuola, secondo cui “non resta che l’indignazione – a nome di quante ragazze e quanti ragazzi soffrono per il proprio aspetto fisico”, chiede di annullare il progetto. “Non si può non rilevare l’inappropriatezza e la superficialità di una scelta che sembra farsi beffe dei fattori psicologici più complessi che sono dietro al disagio per un “corpo imperfetto”, specie nell’età dell’adolescenza“.