Condizionatori d’aria e cambiamento climatico: un bel circolo vizioso. Se il pianeta diventa sempre più caldo a causa dell’inquinamento, sempre più persone compreranno i condizionatori. I quali, però, consumano energia, e parecchia, che viene spesso da fonti non rinnovabili. La soluzione, insomma, peggiora il problema. Come uscirne?
Arrivano le startup dell’aria condizionata
Ecco una manciata di nuove startup che hanno deciso di entrare nel settore, per trasformare i condizionatori in oggetti meno inquinanti. E pure più belli. Le unità che conosciamo tutti sono spesso grandi, tutte uguali, difficili da montare: e se qualche nuovo nome riuscisse a scompigliare le carte nel settore?
È quello che stanno provando a fare brand come July, Windmill e Gradient. Aziende statunitensi nate da poco ma già pronte a convincere i clienti proponendo unità dal design ricercato, facili da montare e promettenti in termini di consumo energetico. July, ad esempio, offre unità dai colori tenuti che sembrano mimetizzarsi perfettamente in un salotto ben arredato. Condizionatori che non lo sembrano, silenziosi e in grado di funzionare diminuendo del 10% il consumo.
L’impatto dell’aria condizionata nel clima
Coincidenza: tutte le unità di raffreddamento del mondo rappresentano la stessa percentuale dell’utilizzo energetico globale: 10%. Ma non è solo l’energia elettrica il problema: il 20% delle emissioni di gas serra del settore proviene dai fluidi refrigeranti essenziali al loro funzionamento, la cui produzione è molto inquinante.
Windmill punta quindi su refrigeranti più sostenibili per dotare i propri condizionatori di un certificato green. Anche in questo caso le unità hanno un design elegante, oltre a garantire la pulizia dell’aria domestica con dei potenti filtri. Infine, l’azienda è impegnata anche in un piano di semina di alberi, come molte altre realtà.
Rimane il dubbio: funzioneranno?
Un approccio agile, giovane, votato all’ambiente e alla cura del cliente, con servizio di consulenza via chat. È la ricetta della classica startup che opera nei beni di consumo, qui alle prese con un settore polveroso, dove l’entrata di nuovi player può solo aiutare le aziende più importanti ad accentuare la loro svolta green. Con sistemi più efficienti, certo, ma anche utilizzando materiali riciclati (o riciclabili). E soprattutto trovando alternative sostenibili ai liquidi refrigeranti in uso oggi.
Certo, i modelli di July, Windmill e compagnia bella sono più costosi di quelli più tradizionali. Ma potrebbero avere successo tra i clienti più attenti, costringendo i dinosauri del settore a cambiare. Finalmente.