Come possono degli avatar generati automaticamente da un computer arrivare a valere un miliardo di dollari? Per capirlo, dobbiamo partire dal 2017 e arrivare alla febbre degli NFT. Si chiamano CryptoPunks e sono una collezione di diecimila ritratti generati automaticamente da un software assemblando pixel. Il loro creatore è un duo di grafici noto come Larva Labs che quattro anni fa generò questi avatar per poi regalarli a chi li voleva. Non potevano immaginarsi quanto quei disegnini pixelati sarebbero diventati preziosi.
I Cryptopunks e l’esplosione della Crypto Art
Ad oggi, infatti, quei disegni sono ritenuti l’inizio della cosiddetta Crypto Art, l’arte basata sulla blockchain ben rappresentata dal fenomeno degli NFT. Così come quest’ultimi usano la blockchain per assegnare la proprietà di un oggetto digitale, ecco che i CryptoPunks fanno lo stesso. Nel corso degli anni questi avatar sono passati di mano in mano, seguendo l’andamento crescente (ed esponenziale) del mondo crypto. E arrivando a un valore complessivo di un miliardo di dollari.
Anche Steph Curry si è comprato un crypto avatar
Seguendo questa nuova strada è nato anche il Bored Ape Yacht Club, una collezione di avatar a forma di scimmia, diventati uno status symbol nella community del settore. Hai una scimmia pixelata come avatar Twitter? Beh, allora sei del club, e molto probabilmente quella goffa immagine vale una piccola fortuna. Persino la stella della NBA Stephen Curry ne ha comprato uno – una scimmietta blu elegante e annoiata. Il prezzo? 180 mila dollari.
Ma cosa rendono gli avatar così interessanti per questo mondo? Parte del loro fascino è legato al concetto di Metaverse, il mondo virtuale che sia Zuckerberg che i crypto maniaci dicono di voler costruire. Comunque sia, se metaverso sarà, allora sarà essenziale fruirlo attraverso un avatar personalizzato. È questa funzione che rende un “buon” avatar tanto prezioso: status symbol, riconoscibilità e appartenenza a una community.
Dai Cryptopunks al Metaverse
Anzi, di più: per alcuni di questi utenti il pezzo di crypto arte con cui si rappresentano diventa parte della loro stessa identità. Ciascun cryptopunk può essere posseduto da una sola persona, cosa che rende il legame tra l’acquirente e l’immagine piuttosto profondo, anche se solo digitale.
E pensare che tutto è nato da un qualche migliaio di immagini “generate” da un computer e poi regalate a perfetti sconosciuti…