Trasformare lo scarto in risorsa, per rendere più sostenibile l’industria ittica. Così nasce la “colatura di gambero“, idea della startup siciliana fondata nel 2019 da Giuseppe Gaudioso e Maria Chiara Valdemone, giovani imprenditori – 35 anni lui e 29 lei – di Mazara del Vallo. Il nome dell’azienda, “Lalaina”, nasce da quello di un amico del Madagascar, particolarmente attento all’ambiente, che ha ispirato la coppia per questo progetto, basato sul principio dell’economia circolare. Così è stato brevettato un nuovo processo basato sul riutilizzo degli scarti ittici, nello specifico quelli del gambero.
Colatura di gambero: che cos’è
La “Colatura di gambero”, crostaceo scientificamente noto come Aristaeomorpha foliacea, è un prodotto dal colore arancione e dal sapore delicato, lasciato al naturale senza alcuna aggiunta di sale. Non si tratta né di una bisque di gamberi né di altri prodotti già in commercio, ma di un nuovo prodotto alimentare che contiene il succo presente all’interno delle teste del gambero. Questo, nell’usanza dei marinai, era impiegato per dare sapore alle zuppe o ad altre pietanze a base di pesce: i pescatori a bordo ne congelavano il contenuto per utilizzarlo nelle proprie ricette di cucina. Il nuovo prodotto può essere commercializzato in bottigliette su scaffale, senza seguire la catena del freddo, sia nella Gdo che nei negozi specializzati. E’ accessibile a tutti i tipi di clientela sia per il prezzo contenuto sia per il suo utilizzo in cucina, facile da abbinare a primi piatti, bruschette e secondi di pesce.
Colatura di gambero: come nasce l’idea
Le aziende ittiche inevitabilmente producono enormi quantità di scarti, in particolare le teste dei gamberi, che regolarmente vengono gettate e smaltite come rifiuto speciale, con notevoli costi economici e ambientali.
L’idea di riutilizzarle e reinserirle nel ciclo produttivo annulla il costo di smaltimento, permette all’azienda di essere concorrenziale nei prezzi poiché utilizza il 100% della materia prima in un’ottica di economia circolare e genera anche una nuova risorsa da cui trarre profitto. Il brevetto si rivolge sia alle aziende ittiche sia a quelle di trasformazione, che vogliono intraprendere una nuova strategia di gestione ed ottenere vantaggi competitivi e risultati economici.
“Attraverso questo prodotto innovativo e a basso costo produttivo ci impegniamo a portare pratiche sostenibili nell’industria ittica e cerchiamo di trasmettere i principi dell’impresa etica per dare nuovo valore a ciò che troppo spesso viene considerato solo uno scarto”, spiega Maria Chiara Valdemone.