E’ nato prima l’uovo o la gallina? Eterno dilemma, che ora una startup ha risolto… alla radice. Non sarà più necessario porsi questa domanda, perché per la produzione di albume non serviranno più i polli, ma si farà tutto in laboratorio. La soluzione è il “bioalbume”, prodotto grazie all’agricoltura cellulare. La sfida è stata lanciata dalla giovane società biotecnologica finlandese Onego Bio Ltd, che ha appena annunciato la chiusura con successo di un seed round da 10 milioni di euro con la partecipazione degli investitori di venture capital Agronomics Limited e Maki VC. La tecnologia di Onego Bio è tra l’altro sviluppata e ricercata presso VTT, società tech senza scopo di lucro di proprietà statale, che ha già trasformato in realtà la produzione di caffè grazie all’agricoltura cellulare.
Che cos’è il bioalbume
Il bioalbume è una proteina dell’uovo priva di componenti animali, prodotta con uno specifico processo di fermentazione di precisione che crea proteine identiche a quello dell’albume “tradizionale”. L’azienda ritiene che la domanda di questo prodotto aumenterà a livello globale, perché l’allevamento intensivo di animali causa molti rischi ambientali, come l’uso eccessivo della terra, le emissioni di gas serra, la scarsità d’acqua e il rischio di pandemie globali.
“Vogliamo ringraziare VTT e i nostri investitori per aver supportato una tecnologia che fa parte di un’ondata più ampia di cambiamento della prospettiva delle persone su modi alternativi di produrre cibo. È il momento giusto per sviluppare questa tecnologia e iniziare la produzione, poiché i consumatori sono più aperti a provare prodotti che non sono derivati da animali“, afferma Maija Itkonen, CEO di Onego Bio Ltd.
La produzione globale di uova ha quasi raddoppiato i suoi volumi negli ultimi 20 anni e si prevede che raggiungerà i 138 milioni di tonnellate entro il 2030. Al VTT il team ha sviluppato un metodo di agricoltura cellulare sicuro, sostenibile ed economico per produrre l’ovoalbumina. Questo processo biotecnologico, basato sullo sfruttamento della microflora Trichoderma reesei per la produzione di proteine, con l’aiuto di acqua, zucchero e alcuni minerali, può apportare significativi miglioramenti ambientali alla produzione di albume.
Bioalbume ed agricoltura cellulare
L’agricoltura cellulare utilizza microrganismi e bioreattori invece dell’allevamento tradizionale di animali. Il metodo può essere paragonato alla produzione di birra, in cui il microrganismo viene alimentato con zucchero per produrre alcol.
“I laboratori e i team tecnici di VTT hanno un know-how all’avanguardia per sviluppare innovazioni veramente nuove. Continueremo a lavorare insieme a loro sugli aspetti scientifici e insieme ai nostri investitori per quanto riguarda la commercializzazione della tecnologia”, continua Itkonen.
Onego Bio Ltd darà il via a una produzione pilota in Finlandia nei prossimi anni e all’acquisizione delle necessarie approvazioni commerciali per il suo primo prodotto, la polvere di bioalbume senza animali. Il prodotto sarà commercializzato per la prima volta negli Stati Uniti, dove il panorama normativo consente un ingresso più rapido nel mercato.
Onego Bio Ltd ha in programma di commercializzare il prodotto come ingrediente alimentare per l’industria dei prodotti da forno e dolciari, nonché come integratore proteico per prodotti per il fitness, per poi entrare nel mercato dei consumatori con prodotti a marchio proprio per la panificazione e la cucina.
Si prevede che la produzione alimentare basata sull’agricoltura cellulare porterà a un cambiamento dirompente nell’intero sistema alimentare. La tecnologia non solo avrebbe un impatto positivo sulle questioni ambientali, ma ridurrebbe anche l’esposizione agli antibiotici e contribuirebbe alla salute globale prevenendo il trasferimento di malattie infettive, come l’influenza aviaria, all’uomo.
“VTT ha un know-how di livello mondiale nel campo dell’agricoltura cellulare e della produzione di proteine a base microbica“, afferma Tua Huomo, vicepresidente esecutivo. “In Finlandia ci sono grandi aziende che lavorano in altri settori dell’agricoltura cellulare, e ora è il momento di alzare il livello e avere una posizione anche per le proteine che provengono tradizionalmente dagli animali. Speriamo che il bioalbume sia una delle grandi pietre miliari verso un sistema alimentare più sostenibile e sano“, conclude Huomo.