I vecchi sostenitori non si capacitano: “Ma come, proprio i Bitcoin?” Eppure il loro beniamino Elon Musk ha deciso di investire proprio su questa criptovaluta, nonostante gli anni passati a lottare per il superamento dei combustibili fossili. C’è qualcosa che non quadra nell’investimento da 1,5 miliardi di dollari fatto da Tesla in Bitcoin. Secondo alcuni calcoli, infatti, la valuta consumerebbe “quanto l’Argentina”: 77,8 terawatt all’ora, secondo Digiconomist, ed erano “solo” 9,6 terawatt nel 2017.
Così, mentre i Bitcoin continua a crescere arrivando a un giro d’affari totale di un trilione di dollari, tanto da spingere lo stesso Musk a definire “alto” il suo valore, la questione ambientalista diventa un’ombra sempre più oscura su questo investimento. Del resto, il mining del Bitcoin esige computer super potenti ed energia continua: la maggior parte dell’energia viene dal carbone ma c’è anche chi ha spostato le proprie “miniere” verso l’Artico, sfruttando l’energia geotermica e il clima rigido per “raffreddare” i computer. Anche questo secondo caso, il più “pulito”, rappresenta comunque uno spreco d’energia green che potrebbe riscaldare case e invece va ad arricchirre pochi fortunati – tra cui un miliardario che ha fatto fortuna vendendo una “mission” ambientalista. Tra i fan di Tesla più coerenti con i valori della società c’è delusione e rabbia: cosa farà il loro idolo Elon?