L’annuncio è arrivato venerdì scorso, alla fine di una disastrosa settimana per Facebook, quando il social network ha annunciato di voler fermare uno strano traffico attivo nella sua piattaforma. Più precisamente, la compravendita di lotti di foresta amazzonica che – a quanto pare – è avvenuta per mesi indisturbata.
Marketplace e la svendita delle foreste
Al centro della vicenda c’è Facebook Marketplace, una sorta di alternativa a eBay nata per vendere oggetti usati. E finita in qualche modo per contribuire alla deforestazione. “Stiamo aggiornando la nostra policy per proibire” questo genere di compravendita, si legge nel comunicato aziendale. Secondo il quale, da adesso, il social incrocerà le informazioni sui terreni in vendita su Marketplace con quelli del “database di un’organizzazione internazionale” che si occupa di ecosistemi a rischio. L’obiettivo? Scovare subito gli annunci illeciti, e bloccarli.
La mossa di Facebook segue un’indagine della BBC che mostrava come pezzi della più preziosa foresta della Terra fossero venduti online. Anche attraverso pubblicità mirate sul social network. “Alcuni di questi lotti erano grandi più di mille campi da calcio”, spiegava l’agenzia di stampa britannica.
Facebook non ha fatto nulla per mesi
Questo però succedeva lo scorso febbraio. Ciò significa che Facebook ha atteso otto mesi per provare a risolvere il problema. Indifferenza? O il gigante ha semplicemente troppi problemi da risolvere? Difficile dirlo. Quel che è certo è che l’azienda non ha agito subito e indipendentemente perché “le nostre policy richiedono che venditori e compratori rispettino le leggi”.
Una lavata di mani che è durata da febbraio a ottobre, mesi durante i quali l’Amazzonia è stata svenduta su Facebook, anche grazie a delle pubblicità comprate sul sito stesso. Un bel business.
La svendita dell’Amazzonia, online e offline
Lo scandalo è solo la punta dell’iceberg della svendita generalizzata della foresta amazzonica. Il consumo di terreno in questa sterminata area è ai massimi dagli ultimi dieci anni. Terreni preziosi che vengono deforestati e trasformati in coltivazioni di soia, col risultato che ora l’Amazzonia produce più CO2 di quante ne assorbisca.
Siamo al controsenso, quindi. Il “polmone verde” del pianeta che diventa una fonte di inquinamento. Un processo tanto svergognato da essere arrivato proprio su Marketplace, dove gli annunci sono pubblici e fino a pochi giorni fa bastava cercare “foresta” in portoghese per trovare lotti di questo tipo. Con tanto di foto e coordinate GPS.
L’Amazzonia e mille altri problemi
Se stessimo parlando di una qualsiasi altra azienda, questa storia sarebbe probabilmente uno scandalo enorme. Da prima pagina. Peccato che Facebook stia attraversando uno dei periodi più controversi della sua storia (ed è tutto dire), tra whistleblower “pentiti” e le rivelazioni del Wall Street Journal.
Nascosta tra questi scoop, ecco che troviamo anche questa storia “minore”: parla di un social network in cui viene messa in vendita la foresta più importante del pianeta, come fosse una bicicletta usata.
Non poteva che succedere su Facebook.
(Foto: Envato)