Non dev’essere facile essere un adepto delle criptovalute. A mesi di crescita sfrenata seguono settimane come quella scorsa, in cui il valore di un Bitcoin è “sceso” da 18mila a poco più di 16mila dollari (nel frattempo ha ripreso terreno). Nonostante i numeri e l’interesse mediatico, non mancano i delusi e i cripto-diffidenti: primo tra tutti, Warren Buffett, l’investitore-oracolo che non ha mai nascosto i suoi sentimenti gelidi per la valuta. “Veleno per topi”, l’ha definita. O anche, un affare “da ciarlatani”, che “finirà male”. L’investitore ha giurato che non metterà mai piede nel settore crypto, fin troppo volatile, come ha dimostrato il crollo dello scorso marzo, quando Bitcoin perse metà del suo valore in poche ore.
Mesi caldi, caldissimi, quelli di marzo, in cui un povero investitore poteva perdere una piccola fortuna in poche ore. Questo perché il mercato dei Bitcoin, nella sua totale libertà e decentralizzazione, non prevede pratiche come la sospensione dei titoli in seguito a un ribasso troppo veloce. È quello che succede nelle vecchie borse, per dire, e serve a evitare che i titoli vengano sbriciolati da una brutta notizia, in pochi secondi. Anche per questo, nonostante la crescita, le vecchie volpi come Buffett non si avvicinano al terreno crypto. Almeno per ora…