“Il mercato dell’olio in Italia è sempre stato complesso: nel nostro Paese è difficile vendere un buon prodotto ad un giusto prezzo, in quanto quasi tutte le regioni, tranne quelle proprio a nord, coltivano ulivi, quindi tanta concorrenza a volte si trasforma in concorrenza sleale. All’estero è molto più semplice, perché l’offerta è meno ampia. Con i rincari dell’energia e delle materie prime dell’ultimo anno, poi, la situazione si è ulteriormente complicata, quindi oggi è ancora più importante sostenere i coltivatori locali”. Nasce così l’idea di Adopt Me Italy, innovativa startup pugliese che propone a tutti di adottare una pianta di ulivo, ricevendo in cambio olio Evo di qualità ed avendo la possibilità di instaurare un rapporto diretto con il contadino, seguendo la crescita della pianta “come fosse una vostra personale creatura”.
A fondarla nel 2020, vincendo anche il Bando Pin della Regione Puglia per giovani innovatori, sono stati due barlettani, Antonio Vaccariello, agricoltore, e Lucia Delvecchio, laureata in Scienze della Comunicazione, che fin da piccoli hanno avuto entrambi la fortuna di prendere contatti con la terra, assaporarne i profumi e cogliere la bellezza dei suoi frutti attraverso le produzioni familiari. “Nel mercato dell’olio – spiega Vaccariello – è difficile spiegare le caratteristiche e le differenze di qualità e di prezzo, ma grazie al nostro lavoro di comunicazione e trasparenza ci stiamo riuscendo: vogliamo abbattere la barriere, sia fisiche che ideologiche, che si insidiano nel rapporto tra produttore e consumatore”.
L’idea nasce dopo una serie di incontri con tanti agricoltori, pugliesi ma non solo, che si sono conosciuti prima su Facebook e poi nella realtà, grazie ad una rete di gruppi creata da Antonio Vaccariello nel 2015. “Abbiamo subito capito che le problematiche tra agricoltori erano le stesse e la volontà di trovare una soluzione al problema era comune a tutti”.
Il mercato dell’olio in Puglia e non solo
La Puglia conta tantissimi ulivi secolari, da cui si ricavano sia olive da mensa sia olive da olio. Ogni azienda agricola vende a consumatori privati, commercianti, grande distribuzione e mediatori, che acquistano basandosi su parametri di prezzo e di qualità, ma “spesso la concorrenza sleale, la speculazione e la mancanza di conoscenza incidono sul prezzo dovuto ai nostri contadini: di conseguenza, si ottengono bassi guadagni e si rischia il fallimento aziendale, oltre all’elevato grado di abbandono delle terre da parte dei giovani”.
Qual è esattamente la dinamica del mercato attuale? Innanzitutto, va detto che da un ulivo al massimo delle sue potenzialità si possono ricavare 200 kg di olive, ma in media ci si aggira intorno ai 50-100 kg per le piante secolari e una quantità inferiore per piante più piccole. Per la trasformazione, invece, ci sono delle percentuali che dipendono dall’annata, dal clima, dal campo e dal giorno della raccolta: “Per il 2022 ad esempio la media è compresa tra il 15% e il 20%”, prosegue Vaccariello. “Al momento abbiamo un mercato all’ingrosso che spinge intorno ai 6 euro al litro ed un mercato al dettaglio che va dagli 8 euro ai 10 euro al litro, a seconda del packaging e dei metodi di produzione in campo e di lavorazione delle olive. Il problema principale del 2022 è stato il costo dell’energia, che ha inciso tantissimo sul prezzo del packaging e dell’imballaggio, ma soprattutto sul costo del carburante, dei fertilizzanti e dell’energia per la molitura delle olive. Questo ha fatto lievitare i prezzi finali e i consumatori, che si aspettavano i prezzi dello scorso anno, hanno dovuto ridurre i consumi o magari stringere su altre spese familiari per acquistare del buon olio. Quindi, un mercato davvero difficile e forse per pochi”.
Come adottare un ulivo pugliese
Con Adopt Me Italy Antonio Vaccariello e Lucia Delvecchio vogliono permettere ai piccoli agricoltori di spezzare questo meccanismo, mettendo al centro dell’attenzione il duro lavoro svolto, senza far prezzare il prodotto da parte di chi vuole speculare. Al momento sono 6 le aziende agricole che hanno aderito al progetto, per un totale di oltre 300 ulivi adottati da tutta Italia e anche dal mondo.
Come funziona? Sul sito web www.adoptmeitaly.it è possibile selezionare l’azienda agricola desiderata, conoscendo i volti dei contadini, la zona di riferimento e soprattutto i parametri qualitativi dell’olio (acidità, amaro o piccante, polifenoli) e i metodi di produzione (convenzionale, biologico o residuo zero). Il passo successivo è l’individuazione dell’ulivo giusto, scegliendo tra una pianta piccola, media o grande, per un prezzo che varia dai 50 ai 185 euro: a seconda della scelta si riceve un determinato quantitativo di olio, un certificato di adozione e un video di ringraziamento personalizzato e realizzato sotto l’ulivo adottato. Dal virtuale al reale, Adopt Me Italy invita ed ospita i ‘genitori’ degli ulivi a recarsi in Puglia per partecipare ad eventi ed esperienze in campo, come la raccolta delle olive.
Innovazione tech e sostenibilità ambientale
“Ad ogni ulivo viene applicata una tecnologia blockchain, grazie alla quale è possibile tracciare tutte le fasi di lavorazione, in maniera trasparente e responsabile nei confronti dei consumatori”, racconta Vaccariello. “Inoltre, attraverso pratiche di storytelling, raccontiamo le storie dei nostri contadini e le attività agricole in campo, dalla potatura alla molitura, fino all’imbottigliamento. Pubblichiamo inoltre il quaderno di campagna, con il registro dei trattamenti eseguiti dai nostri agricoltori”.
Grazie ai suggerimenti e al sostegno ricevuto, gli agricoltori stanno utilizzando dei packaging sostenibili per l’ambiente e riciclabili, nonché pratiche agricole volte al biologico o al residuo zero. “Attraverso sensori IOT in campo e in azienda è possibile monitorare il lavoro svolto e produrre dati da analizzare. Per esempio, misuriamo la presenza di carbonio per ridurre l’impatto ambientale, diminuendo le emissioni di Co2, ed analizziamo l’umidità del suolo per evitare lo spreco idrico. Tutti accorgimenti che aiutano a ridurre i costi, ma soprattutto preservano acqua e ossigeno per il nostro pianeta”.
Da pochi giorni la startup ha anche iniziato un progetto di riforestazione del pianeta: “Per ogni adozione di un ulivo grande piantiamo nuovi ulivi o altri tipi di alberi, impegnandoci per il futuro della Terra. Lo facciamo per il clima e per il futuro dei giovani, come hanno fatto i nostri nonni per noi, e vogliamo dare la possibilità a diverse aziende italiane di partecipare al nostro progetto”.