Home Future Adv online? Roba vecchia. Per farsi pubblicità (green) c’è la frutta brandizzata

Adv online? Roba vecchia. Per farsi pubblicità (green) c’è la frutta brandizzata

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Cartellonistica? Volantinaggio? Online advertising? No. In campo pubblicitario l’ultima trovata è quella di far imprimere il nome della propria azienda, in qualunque settore essa operi, sulla buccia di kiwi, banane, mele, arance, mandarini e clementine. Come? Attraverso un laser che, utilizzando anidride carbonica, provoca una leggera bruciacchiatura: una tecnica al 100% naturale, niente inchiostro, niente colla.

Griiny, frutta brandizzata con il laser

Frutta brandizzata, quindi, e pure doppiamente sostenibile, non solo da un punto di vista sociale, perché la sponsorizzazione permette di abbassare i costi di vendita al pubblico e rendere l’acquisto accessibile a un maggior numero di consumatori, ma anche ambientale, perché i produttori possono sfruttare questa tecnica per evitare l’utilizzo di bollini ed etichette inquinanti, riducendo l’inquinamento causato dal packaging.
Un’idea green, o meglio Griiny, che è il nome scelto per questo progetto targato Mister Natura, startup bergamasca che il fondatore Flavio Amaglio, classe 1984, definisce “ortofrutta innovativa”.

Come nasce l’idea della frutta brandizzata

Per capire come è arrivato fin qui bisogna fare un passo indietro: “Siamo nati due anni fa  all’interno del Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine. La nostra prima iniziativa è stata ‘Fruit at work’, che prevede la consegna di cassette di frutta nelle aziende, i cui i titolari fanno questo omaggio ai dipendenti per favorire un’alimentazione sana sul posto di lavoro”. Merce attentamente selezionata ogni mattina all’ortomercato, poi subito recapitata ai destinatari: un’organizzazione snella, che non implica la gestione di un magazzino. “Molte persone hanno apprezzato la qualità e la freschezza dei nostri prodotti, chiedendoci di poterne acquistare anche da portare a casa”, racconta Amaglio a True-News.it. “A quel punto è nato il servizio ‘Delivery at work’, che prevede l’installazione di locker refrigerati o frigoriferi nelle aziende che vogliono dare questa possibilità ai lavoratori”.
Attualmente Mister Natura collabora con circa 30 realtà tra la provincia di Bergamo e quella di Milano per un totale di 800 kg di frutta, mista anche a verdura, distribuiti quotidianamente.

La buccia diventa spazio pubblicitario

E così si arriva alla nascita di Griiny: “Pur soddisfatti del servizio, alcuni clienti ci hanno fatto notare che rispetto al supermercato i prezzi erano un po’ elevati”. Come abbassarli? Sponsorizzando la frutta: “Considerando la buccia dei frutti come spazio pubblicitario, è possibile abbattere il costo di acquisto della merce e rivenderla a un prezzo inferiore”. 
Detto, fatto? Non proprio: concretizzare l’idea ha richiesto una lunga fase di ricerca, per cui Amaglio, oltre ai due collaboratori che lo affiancano nel servizio di ortofrutta, ha appositamente assunto un tecnologo alimentare. C’è voluto oltre un anno per affinare la tecnica e trovare i parametri giusti, a seconda della consistenza, dello spessore e del colore delle diverse bucce, incluse quelle di pesche ed albicocche per fare altri esempi. “Nella sede di Mister Natura ci siamo fatti tante macedonie e succhi con i frutti danneggiati, perché – ricorda Amaglio – la marcatura deve essere bella da vedere, ma non deve danneggiare la shelf life, ovvero la durata di conservazione dei prodotti sullo scaffale”. Al momento non è ancora possibile per i privati acquistare la frutta brandizzata, ma varie realtà stanno sperimentando l’idea per regali ed eventi aziendali. “Per conto del marchio di moda GCDS, per esempio, abbiamo marchiato limoni da distribuire alla sfilata durante la Milano Fashion Week”.

Per il 2024 l’obiettivo è avviare il servizio su ampia scala e cercare fondi di investimento per far crescere l’attività. “La nostra è un’idea innovativa, leggera e redditizia, anche se non brevettabile. Abbiamo però un vantaggio competitivo sulla concorrenza di almeno un anno e mezzo, dovuto proprio all’approfondita sperimentazione condotta per garantire ai brand la possibilità di un’adv impeccabile”. 

L’idea precedente: FruitAma, confettura in tubetto

L’idea che ha cambiato la vita di Flavio Amaglio è nata nel 2015, quando, dopo aver utilizzato, come tutti, il concentrato di pomodoro, la maionese e altre creme spalmabili in tubetto, l’imprenditore si è detto: perché non farlo anche per la marmellata? Dopo una prima fase sperimentale, ha lasciato il suo lavoro come broker assicurativo e si è dedicato a tempo pieno al nuovo progetto, a cui ha dato il nome di FruitAma. 

In breve ha avviato la produzione in uno stabilimento di Casnigo, paese della Val Seriana in cui è nato, dove si concentrano numerose aziende del settore: “Mio padre e mio nonno lavoravano già in questo campo, quindi per me è stato un ritorno alle origini”. 

Grazie alla confettura in tubetto, che permette di eliminare la necessità del cucchiaino, ha introdotto un formato in versione ridotta (100 grammi) rispetto al classico vasetto ed ha allungato la possibilità di conservazione, essendo il prodotto meno soggetto alla presenza di muffe in superficie. 

Le innovazioni sono continuate nel corso del tempo con l’arrivo sul mercato delle creme spalmabili al cioccolato, ma soprattutto di MarijuAma, ovvero la marmellata al gusto di canapa abbinato a mirtillo oppure fragola, e di GleAma, una confettura particolarmente invogliante per i bambini, grazie all’aggiunta di glitter edibili. 

Nel 2021 Amaglio ha deciso di cedere il ramo produttivo dell’azienda, la DreAma srl, a una multinazionale, reinvestendo i proventi della vendita nella sua successiva sfida, quella di Mister Natura. Quando l’innovazione genera innovazione.