Se Bad Ischl, Tartu e Bodø sono le tre città detentrici del titolo di Capitale Europea per la Cultura per l’anno 2024, Valencia è la vincitrice di quello di Capitale Verde d’Europa per l’anno in corso. Un premio attivo dal 2010, che sta generando una sana rivalità tra le grandi realtà urbane dell’UE nel passaggio all’energia pulita, nella protezione della natura e nel miglioramento della vita dei residenti.
Come Valencia sta onorando questo titolo? E come si stanno muovendo le altre città europee che puntano diventare green entro il 2030, in primis Milano, dove è appena stato presentato il nuovo progetto Green Circle?
Valencia Capitale Green d’Europa 2024
Dopo essere subentrata a Tallinn nel ruolo di Capitale verde europea, Valencia ha dato il via a più di 400 eventi sostenibili per il 2024. Secondo il Rapporto della Commissione Ue, qui ci sono 5 milioni di metri quadrati di spazio verde e il 97% dei residenti vive a meno di 300 metri da una grande area green, che si tratti delle famose ampie spiagge sabbiose del Mediterraneo o della laguna paludosa dell’Albufera dove viene coltivato il riso per la paella valenciana. L’esempio più sorprendente è però il “fiume verde” di Valencia, ovvero il Parco Naturale del Turia, un alveo fluviale riconvertito lungo nove chilometri che attraversa la città.
Il “fiume verde” di Valencia
Dopo un’alluvione mortale nel 1957, il corso del fiume Turia fu deviato e al suo posto si progettò di costruire un’autostrada a più corsie, ma l’opposizione pubblica ne ostacolò lo sviluppo, dando origine a un movimento che richiedeva più spazi verdi nel centro della città.
Oggi il Turia è diventato uno spazio comunitario prezioso: un nastro verde che collega i frutteti della periferia al Mar Mediterraneo. Nei fine settimana si può assistere a continue partite di calcio, rugby e baseball in uno dei tanti impianti sportivi, mentre le famiglie fanno un picnic sotto i boschetti di baobab e cipressi. Intanto, gli scalatori e gli acrobati mettono alla prova la loro abilità arrampicandosi sui ponti medievali in pietra che ancora attraversano il parco, che ospita anche la Città delle Arti e delle Scienze, capolavoro futuristico dell’architetto valenciano Santiago Calatrava. Il Turia funziona anche come autostrada di trasporto sostenibile: percorsi designati corrono lungo tutta la lunghezza del parco, rendendolo ideale per i pendolari in bicicletta e gli scooter elettrici per evitare il traffico stradale.
Milano Green Circle
Dal 2024 Milano si prepara invece ad accogliere un anello verde – Milano Green Circle – tutt’attorno al suo centro, esattamente lungo il tracciato dello storico percorso della filoviaria 90/91: a partire dal prossimo autunno il capoluogo lombardo avrà così uno spazio verde in più grazie a questa importante opera di riqualificazione, presentata pochi giorni fa.
Un esteso intervento di rinaturalizzazione che porterà alla piantagione di 350 nuovi alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni lungo il tracciato che attraversa 8 dei 9 Municipi del Comune, a cui si aggiungeranno circa 300 alberi che saranno piantati al termine dei lavori di realizzazione della corsia riservata della 90-91.
Milano Green Circle nasce dalla collaborazione tra Comune di Milano, Forestami e Giorgio Armani: a curarlo sarà l’agronoma e paesaggista Laura Gatti, mentre della piantagione degli alberi e degli arbusti e della loro manutenzione si occuperà Forestami, progetto che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030 (il conteggio aggiornato alla stagione agronomica 2023/2024 ammonta a 611.459 piante), per far crescere il capitale naturale, pulire l’aria, migliorare la vita della grande Milano e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
“Effetti collaterali” positivi del Milano Green Circle
“Il progetto di piantagione di alberi e fasce arbustive che abbiamo studiato per il percorso della 90-91 prevede tre macro-tipologie di interventi finalizzati specificamente a massimizzare il contributo nel migliorare la qualità dell’aria attraverso la rimozione degli inquinanti atmosferici”, spiega Laura Gatti. “L’intervento avrà ‘effetti collaterali’ quali regolazione delle temperature, aumento della capacità di infiltrazione delle acque piovane, incremento della biodiversità, e anche, nel complesso, miglioramento della qualità del paesaggio urbano. Gli interventi verranno realizzati dall’autunno 2024 al 2026, per fasi, con priorità definite sulla base dello stato generale di conservazione, delle potenzialità spaziali e delle condizioni microclimatiche, iniziando dalle aree più assolate e quelle a scorrimento veicolare più rallentato perché spesso interrotto da intersezioni semaforiche”.
A Göteborg la Green City Zone
Nel 2023, infine, la seconda città più grande della Svezia, Göteborg, si è piazzata al primo posto nel Global Destination Sustainability Index, oltre a essere già stata in testa all’indice ogni anno dal 2016 al 2021. Qui, tra le iniziative “verdi”, c’è il progetto Göteborg Green City Zone, con cui la città testa il sistema di trasporto del futuro con nuove tecnologie sia nei veicoli che nelle infrastrutture.
L’obiettivo è che i trasporti all’interno della zona siano completamente privi di emissioni entro il 2030. Esistono già molte alternative a quelli alimentati dai combustibili fossili: car pooling elettrici, stazioni di ricarica, servizi di noleggio di biciclette e scooter elettrici ed una flotta di taxi composta al 90% da veicoli a basse emissioni, oltre all’aeroporto certificato al livello più alto dello schema Airport Carbon Accreditation e alla navetta aeroportuale funzionante con olio di colza.