Dal 2022 ad oggi la filiera del vino nel mondo ha aumentato notevolmente il suo impegno nella direzione della sostenibilità, registrando un incremento del numero di certificazioni B Corp del 43% in Italia e del 60% in Europa e nel mondo, come evidenza uno studio di B Lab Italia, l’organizzazione no-profit che coordina il movimento delle B Corp.
Cantine italiane leader nella certificazione B Corp
In questo scenario l’Italia si porta a casa una pagella con voti ottimi. Il nostro Paese infatti si posiziona al primo posto in Ue per il numero di aziende vinicole certificate B Corp: 7 in totale, che rappresentano il 30% delle B Corp presenti in Europa (23) e il 10% di quelle presenti nel mondo (72). Al secondo e al terzo posto si classificano la Francia e la Danimarca, che contano rispettivamente 6 e 3 B Corp.
Insieme, le sette realtà virtuose italiane – Perlage Winery, Feudi di San Gregorio, Avignonesi, Tasca d’Almerita, Cielo e Terra, Perrini e Marcel Zanolari – nel 2023 hanno generato un fatturato aggregato di oltre 125 milioni di euro.
A loro si aggiungono altre 16 aziende, che hanno deciso di approcciare il modello B Corp e misurare le proprie performance attraverso il B Impact Assessment (BIA). Inoltre, altre 2 sono già nel percorso di Certificazione per il 2025. Unite alle 7 certificate, sono dunque 25 le aziende vinicole italiane che si misurano oggi con gli standard ESG di B Lab.
Quante sono le B Corp in Italia
In totale in Italia si contano oggi 309 B Corp che occupano oltre 29.000 persone, generando un fatturato che supera i 15,5 miliardi di euro, l’Italia si posiziona tra i Paesi leader nell’Unione Europea. (dati aggiornati al 16 ottobre 2024)
B Corp: vantaggi economici, ambientali e sociali
Le B Corp nel settore vinicolo si distinguono non solo per la propria eccellenza produttiva, ma anche per l’impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, in cui un ruolo centrale è ricoperto dall’innovazione tecnologica.
Oltre all’impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità, la Certificazione B Corp porta con sé ricadute anche in termini economici. La crescita del fatturato risulta essere parte integrante di questo modello, come dimostra una recente ricerca, realizzata dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con B Lab Italia: nel 2022 l’andamento del fatturato delle B Corp ha presentato una crescita pari al 32,4% in termini mediani rispetto al 2019, superiore rispetto al 19% registrato dalle imprese non B Corp.
Esempi virtuosi di cantine B Corp
Tra gli esempi più virtuosi, Perlage Winery ha risparmiato oltre una tonnellata di materiale da imballaggio convenzionale, grazie alla creazione di materiale a fibre estensibili, ed evitato l’emissione di 214 tonnellate di CO2 attraverso la produzione di bottiglie più leggere.
Feudi di San Gregorio utilizza invece il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili, mentre il 40% è autoprodotta da impianti fotovoltaici. Inoltre, l’azienda ha sviluppato l’implementazione di metodi di coltivazione a sempre minore impatto, l’adozione di componenti di packaging più sostenibili, fino a progetti nel sociale.
Avignonesi, dal canto suo, ha piantato alberi e piante autoctone per proteggere le viti e la biodiversità locale e sta implementando soluzioni di economia circolare per i packaging volte ad aumentare la percentuale di materiali riciclati e riciclabili.
Tasca D’Almerita ha potuto evitare l’emissione di 8,54 tonnellate di C02 grazie alla riduzione del peso delle proprie bottiglie e ha aumentato del 13% la superficie destinata a zone naturali, incolte, laghi, torrenti e boschi. Ha anche dato impulso alla nascita di SOStain, il primo programma di sostenibilità per la viticoltura siciliana.
Perrini, inoltre, alleva animali liberi al pascolo per fertilizzare in modo naturale, sostiene i fornitori e le comunità locali e aderisce al progetto Wine-AUT di solidarietà per ragazzi autistici.
Marcel Zanolari, per parte sua, sta abbandonando la monocoltura e introducendo specie vegetali sinergiche al terreno per rendere i vigneti più sani e i vini di maggiore qualità, oltre ad impiegare preparati biodinamici e naturali in alternativa a pesticidi e fertilizzanti.
Infine, Cielo e Terra dal 2017 si alimenta esclusivamente con energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili certificate, dimostrando un impegno concreto verso la sostenibilità. Negli ultimi cinque anni, l’azienda ha recuperato oltre 45 mila metri cubi di acqua, l’equivalente del consumo annuale di circa 250 famiglie, ha ridotto del 10% la produzione di rifiuti rispetto al 2022, con un calo di circa 40 tonnellate di scarti. La totalità dei rifiuti aziendali è destinata ad operazioni di recupero e riciclaggio, sottolineando l’impegno per una gestione circolare dei materiali. Grazie a questi risultati, Cielo e Terra si conferma la cantina con il più alto fatturato ad essere Zerowaste e con la migliore Water Footprint (WFP) tra le cantine certificate VIVA. Dal 2025, l’azienda utilizzerà solo materiali certificati FSC, rafforzando ulteriormente il suo approccio sostenibile e responsabile.