Home Future Il fotografo Doug Mills: “Scattavo a raffica, così ho ripreso il proiettile che sfiora Trump” 

Il fotografo Doug Mills: “Scattavo a raffica, così ho ripreso il proiettile che sfiora Trump” 

fotografo proiettile Trump

Le parole non potranno mai raccontare l’attentato a Trump efficacemente come l’immagine del proiettile che si allontana dopo avergli sfiorato l’orecchio. Uno scatto storico, diventato virale nelle ultime ore sui social, ad opera di Doug Mills, fotografo presso l’ufficio di Washington del New York Times dal 2002, che ha coperto tutti i presidenti degli Stati Uniti da Ronald Reagan. Come ha fatto a catturare quel momento esatto?

Doug Mills, il fotografo del proiettile che sfiora Trump

Doug Mills era a pochi passi da Donald Trump durante la manifestazione di Butler, in Pennsylvania, sabato 13 luglio. Stava scattando fotografie come sempre, quando ha sentito il rumore degli spari esplosi dall’attentatore: “Ho tenuto il dito sul pulsante dell’otturatore, continuando a riprendere lo svolgersi della scena, ma solo in seguito, rivedendo le sue foto, mi sono reso conto di aver catturato il percorso apparente di un proiettile utilizzato nel tentativo di omicidio contro l’ex presidente”, ha raccontato il fotoreporter al New York Times.  

Quando Mills si è messo al computer per rivedere il materiale a sua disposizione, ha visto che c’era qualcosa di diverso in uno degli scatti che riprendevano i momenti dell’attentato: una striscia bianca lunga e sottile, che nei frame precedenti non si vedeva, e nemmeno in quelli successivi. “Stavo scattando a una velocità dell’otturatore rapidissima di 1/8.000 sec (30 fotogrammi al secondo, ndr), c’è solo un frame in cui si vede quel proiettile”.

Doug Mills segue da quarant’anni i presidenti Usa, da Ronald Reagan in poi, quindi sa esattamente dove mettersi per avere la visuale migliore e trovarsi il più possibile vicino ad eventuali accadimenti: “So da dove entrano e da dove escono, quindi mi ero messo vicino alla scala accanto al palco e sono potuto correre lì vicino. Ho visto gli agenti che lo aiutavano a rialzarsi, quindi come prima cosa ho pensato ‘oh mio Dio, è vivo’”.


@nytimes Doug Mills, a veteran photographer for The New York Times, was only feet away from Donald Trump when the shooting started at the rally in Butler, Pennsylvania, on Saturday. Mills kept his finger on the shutter button, photographing as the scene unfolded. It was only afterward, while reviewing his photos, that he realized he had captured the apparent path of a bullet used in the assassination attempt against the former president. He explains what he saw. Tap the link in our bio to read more. Video by Doug Mills, Nikolay Nikolov, Rebecca Suner and Alexandra Ostasiewicz. #Trump #TrumpRallyShooting ♬ original sound – The New York Times

Attentato a Trump, cosa è successo subito dopo

Subito dopo essere stato sfiorato dal proiettile ed essersi rimesso in piedi, l’ex presidente Trump, con il volto insanguinato, ha sferrato nell’aria un pugno, facendo capire che avrebbe continuato a lottare, un’immagine che passerà anch’essa alla storia. In quel momento Trump era “semplicemente molto arrabbiato”, ha raccontato Doug Mills. “I secondi successivi, invece, il suo viso sembrava aver perso colore… era pallido e si poteva vedere il sangue su un lato. Lui aveva cambiato espressione: sono stati due momenti molto diversi uno di seguito all’altro”. Intanto lì sotto il palco c’era il caos, con gli agenti dei servizi segreti che cercavano di allontanare le persone. “Ci sono state molte spinte, molti spintoni, molte urla. Ho semplicemente messo a punto tutto e ho cercato di catturare i momenti della storia. Questo è ciò che faccio, è quello che facciamo noi fotografi”.

“Dal 1993, da quando ho cominciato a seguire la Casa Bianca, non ho mai pensato di trovarmi in una situazione del generale, perché fa davvero paura”, ha concluso Mills. 

Foto del proiettile a Trump, il commento di un ex agente Fbi

A commentare lo scatto storico poco dopo la sua diffusione è stato un agente speciale dell’Fbi in pensione, Michael Harrigan, in un’intervista al New York Times: “Potrebbe assolutamente mostrare lo spostamento dell’aria dovuto a un proiettile. L’angolo sembra un po’ basso per essere passato attraverso il suo orecchio, ma non impossibile se l’uomo armato ha sparato più colpi”. 

Calcoli balistici hanno dimostrato che catturare un proiettile come ha fatto Doug Mills in una foto era una missione quasi impossibile: il fotoreporter utilizzava una fotocamera digitale Sony in grado di catturare immagini fino a 30 fotogrammi al secondo, ovvero con un’elevatissima velocità dell’otturatore di 1/8.000 di secondo.

“Se l’uomo armato stava sparando con un fucile stile AR-15, i proiettili calibro .223 o 5,56 millimetri usati per quell’arma viaggiano a circa 3.200 piedi al secondo (975 metri al secondo, circa 3.510 km/h, ndr) quando vengono esplosi”, ha detto Harrigan. “E con una velocità dell’otturatore di 1/8.000 di secondo, ciò consente al proiettile di viaggiare per circa quattro decimi di piede (0,12 metri) mentre l’otturatore è aperto”.

“Un attimo incredibilmente difficile da catturare anche se si sapesse che il proiettile stava arrivando”, ha concluso Harrigan.

Chi è Doug Mills, fotografo di Trump e degli altri presidenti Usa 

Prima di approdare al NY Times, Doug Mills, classe 1960, residente ad Arlington, in Virginia, con moglie e due figlie, ha lavorato per 15 anni come fotografo capo per l’Associated Press a Washington, dove è entrato dopo aver lavorato per quattro anni nell’ufficio di Washington della United Press International.

Mills ha vinto un Premio Pulitzer per la fotografia nel 1993 con A.P. per la campagna Clinton/Gore e ha vinto un secondo Pulitzer per la copertura investigativa del caso Clinton/Lewinsky. La White House Correspondents’ Association lo ha onorato  con il premio per l’eccellenza nella copertura delle notizie presidenziali da parte dei “visual journalists” nel 2020 e di nuovo nel 2023. Ha anche vinto numerosi premi dalla White House News Photographers Association.

Doug Mills ha anche trascorso decenni a fotografare sport: ha coperto Super Bowls, World Series e molte major di golf, incluso il Masters, oltre a 16 Olimpiadi.