Non si può dire che non c’abbia provato, con gli investimenti sul carbone e i via libera ai trivellamenti in mare aperto. Eppure, nonostante tutti questi sforzi e le promesse ai lavoratori del carbone, i dati parlano chiaro: da quando Donald Trump è alla Casa Bianca le rinnovabili hanno creato tre volte il numero di posti di lavoro di quelli generati dal settore delle energie fossili. Precisamente, 3,36 milioni di dipendenti contro 1,19 milioni, secondo i dati aggiornati al 2019.
Il trend di crescita – e di tramonto per il carbone – resiste anche agli incentivi politici, come dimostrano i numeri provenienti da stati dove il fracking (un metodo d’estrazione di gas naturale) viene praticato e considerato il motore dell’economia locale: in Ohio sono 114mila i lavoratori delle rinnovabili contro i 37mila fossili. In Pennsylvania, stato al centro dei conteggi nelle ultime elezioni USA, il rapporto è tra 94mila e 44mila.
A resistere, come nota il sito The Morning Consult, è il Texas dove petrolio e gas danno lavoro a 349mila persone mentre le rinnovabili “solo” a 241mila. La roccaforte repubblicana è anche una roccaforte del petrolio, anche se il destino sembra ormai scritto, e i numeri “green” continuano a crescere anche qui.