“Ci sono venti che accompagnano la vita: lo zefiro soave, il vento caldo della gioventù che poi il maestrale si incarica di rinfrescare, certi libecci, lo scirocco che accascia, il vento gelido di tramontana”, scrive Antonio Tabucchi nel libro “Il tempo invecchia in fretta”. Filosofia, natura, cultura, tra passato e futuro… C’è tutto questo nella tendenza più cool del momento per chi ama viaggiare: il turismo alla scoperta dei parchi eolici. In tante zone d’Italia e del mondo queste “fattorie del vento” sono il fulcro dello sviluppo dell’economia locale, ma anche un elemento fondamentale del paesaggio. Boschi moderni cresciuti in territori spesso bellissimi, ma al di fuori dei circuiti più frequentati: dalle colline moreniche di Verona al Fortore molisano, seguendo rilievi e colline liguri, toscane, abruzzesi.
Viaggio tra i parchi eolici: la guida turistica
E allora perché non andare a scoprire queste moderne macchine che producono energia dal vento e che rappresentano le fonti rinnovabili su cui puntare per liberare il nostro sistema energetico da carbone, petrolio e gas? A proporre una vera e propria guida turistica è Legambiente, che ha pubblicato la prima “Guida ai parchi eolici in Italia e nel mondo”.
Il viaggio attraverso questi particolari paesaggi si può percorrere a piedi, in bici o a cavallo, lungo sentieri sterrati, tratturi e strade locali, tra campi di grano, boschi e colline, mentre lo sguardo spazia dal mare alle montagne. L’impianto eolico è il punto di partenza per scoprire luoghi più o meno noti, storie e aneddoti, gastronomia e arte.
Viaggio tra i parchi eolici: tre esempi in Italia, da Nord a Sud
VENETO – Parco eolico di Rivoli veronese
L’impianto, inaugurato nel 2013, è costituito da quattro aerogeneratori da 2 MW, per un totale di 8 MW. Gode di una particolare collocazione orografica e paesaggistica sulla “cresta” dell’ultima morena glaciale della Val d’Adige: dal percorso pedonale del parco si può godere di una vista che spazia tra lago di Garda, Alpi e pianura. Rivoli Veronese è un piccolo borgo di poco più di duemila anime, a venticinque chilometri da Verona, dove il vento la fa da padrone. Quello notturno, che acquista maggior forza nelle prime ore della mattina grazie all’aumento della temperatura, si chiama Pelèr e trova nella val d’Adige un naturale percorso di canalizzazione. Nelle prime ore del mattino delle giornate di alta pressione soffia normalmente alla velocità di 10-14 m/s: è lo stesso vento che, oltre a dare vita al parco eolico, ha reso famoso il Lago di Garda a moltissimi velisti e surfisti.
MOLISE – Parco Eolico di Fortore Molisano
Il Molise è stata la regione che gli italiani hanno scoperto durante questa pandemia. Ma pochi probabilmente avranno visitato l’impianto eolico di Fortore Molisano, entrato in esercizio nel 2001. La potenza complessiva dell’impianto è 37,26 MW, con 41 turbine da 660 kW e 12 da 850 kW con supporto a traliccio, poste su colline attraversate da strade bianche con una vista aperta sul fortore molisano e il lago di Occhito. La valle del Fortore, in provincia di Campobasso, è una delle zone più affascinanti e meno conosciute di questa regione, costellata da una serie di piccoli borghi adagiati sulle colline e sferzata dalla bora, che un tempo faceva girare i mulini e oggi fa ruotare le pale eoliche.
SICILIA – Parco eolico di Santa Ninfa
Inaugurato nel 2007, l’impianto è costituito da 38 torri da 850 kW, per un totale di 32,3 MW. E’ posizionato su colline da cui si gode di una ampia vista sulla Sicilia occidentale, tra strade e sentieri che si possono percorrere in mountain bike e a cavallo. Un territorio speciale, tra i Comuni di Gibellina, Salaparuta e Santa Ninfa (Trapani), per la conformazione del suo territorio e per le meraviglie storico-artistiche da cui è circondato. Primo fra tutte il Cretto di Burri, una delle più stupefacenti opere di land art al mondo, una sorta di sudario di cemento che ripercorre le vie della città vecchia di Gibellina distrutte dal terremoto del Belìce del 1968, ricostruendone la pianta originaria.