Estate bollente non solo dal punto di vista strettamente ambientale. Anche le proteste che hanno al centro la difesa del clima stanno surriscaldando gli animi. Da un lato ci sono gli attivisti, in particolare il movimento “Just Stop Oil”, che si sta dando particolarmente da fare in queste settimane con interruzioni di eventi e blocchi stradali, tra cui – ultimo – il Pride londinese. Dall’altro ci sono i cittadini che non condividono questa lotta, o per lo meno le modalità con cui viene condotta, che spesso intralciano le attività quotidiane. E così passano a loro volta a metodi di manifestazione del pensiero poco british…
Manifestanti Just Stop Oil investiti e picchiati
E’ successo pochi giorni fa a Londra, dove un manifestante Just Stop Oil (JSO) è stato preso a pugni e calci da un membro del pubblico durante una manifestazione nella zona ovest di Londra, durante una delle tante marce lente organizzate contemporaneamente in diversi quartieri della capitale inglese.
Qualche settimana fa, invece, una climattvista è stata addirittura investita a Holloway Road, a nord di Londra, durante un corteo organizzato da JSO. Un automobilista ha forzato il blocco stradale ed è salito con la macchina sul piede della giovane. Il gruppo Just Stop Oil ha diffuso un filmato dell’incidente, denunciando il fatto che, a causa di linguaggio provocatorio da parte di politici e personalità dei media di destra, un’auto abbia preso parte a un atto violento durante una manifestazione pacifica. Gli ambientalisti hanno anche sottolineato che la violenza non dovrebbe mai essere una risposta alla protesta ed hanno ribadito il loro impegno a continuare a marciare per le strade di Londra finché il governo non interromperà la concessione di licenze per nuovi progetti di combustibili fossili nel Regno Unito.
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Questi episodi evidenziano la complessità delle proteste ambientaliste e il contrasto tra il desiderio degli attivisti di sensibilizzare sulle questioni ambientali e le possibili conseguenze negative che possono sorgere quando ciò si scontra con le persone esasperate dall’interruzione forzata delle loro attività quotidiane. Ormai sempre più spesso le auto forzano i blocchi e gli automobilisti scendono per chiedere ai climattivisti, con modi non troppo gentili, di spostarsi.
Just Stop Oil: cos’è
Ma chi sono esattamente i manifestanti Just Stop Oil e cosa chiedono? JSO è un movimento fondato a partire dall’esperienza di altre associazioni ambientaliste, come Extinction Rebellion e Insulate Britain: si è guadagnato per la prima volta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica a seguito di una serie di proteste nel marzo 2022, che includevano invasioni di campo durante diverse partite della Premier League. A differenza di Extinction Rebellion ed altre realtà, che fanno campagne sul problema generale del cambiamento climatico, Just Stop Oil ha un focus più specifico. Si descrive come “una coalizione di gruppi che lavorano insieme” per chiedere al governo “di interrompere immediatamente tutte le future licenze per l’esplorazione, lo sviluppo e la produzione di combustibili fossili nel Regno Unito”.
Le tattiche di Just Stop Oil
Gli attivisti di Just Stop Oil hanno organizzato una serie di proteste di alto profilo negli ultimi mesi, tra cui la chiusura di strade ed autostrade. Inoltre, hanno interrotto un concerto dei BBC Proms alla Royal Albert Hall di Londra, hanno fatto irruzione a Wimbledon e al campo da cricket di Lord a Londra, hanno bloccato il Gran Premio di Gran Bretagna nel Northamptonshire e hanno lanciato un piatto di zuppa sui Girasoli di Vincent van Gogh, alla National Gallery di Londra, solo per citare alcuni degli episodi più clamorosi visti finora.
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Quanto costano le proteste
Proteste che sono costate alla Met Police (la polizia metropolitana di Londra) più di 7,7 milioni di sterline da aprile, l’equivalente di 23.500 turni di agenti per sorvegliare 515 proteste. Durante questo periodo, più di 270 persone sono state arrestate durante le varie marce lente e disruption di eventi di alto profilo.
“Questo non è un atto di protesta, ma un crimine, e c’è una differenza. Il diritto di protesta è fortemente protetto, ma quando si passa a causare deliberatamente gravi interruzioni, ciò diventa un crimine”, ha dichiarato Matt Twist della Met. La replica è arriva da un portavoce di Just Stop Oil: “Queste sono le conseguenze del Policing Act: la protesta legittima ora è considerata un crimine. Questo regime finanziato dal petrolio ci ha presi di mira e imprigionerà chiunque sia in disaccordo. Ma noi non moriremo silenziosamente. Continueremo a resistere finché il governo non accetterà di porre fine ai nuovi progetti di estrazione di petrolio e gas”.