Tutto è pronto per la vacanza in spiaggia, ma il pensiero, oltre alla voglia di divertimento e relax, corre anche allo stato di salute dei nostri mari e oceani, sempre più invasi dai rifiuti plastici, che danno purtroppo vita a vere e proprie isole di spazzatura. Un’idea per… unire l’utile al dilettevole? Acquistare un costume ecosostenibile in plastica riciclata, realizzato con materiali di scarto recuperati dal mare e per il mare, per far sì che anche la moda, uno dei settori maggiormente sotto accusa per l’inquinamento che produce, possa contribuire alla difesa dell’ambiente.
Da questa visione del sustainable fashion nasce l’idea di Mermazing, azienda fondata in Lazio da due cugine, Alessia Porrello e Vanessa Sillano, accomunate dalla passione per la moda e per il mare. “Questa connessione emotiva con il nostro pianeta è anche fonte d’ispirazione per il design ed i colori della collezione, che prendono spunto dalle tinte del mare e dalla madre terra”, spiegano. Le loro collezioni sono realizzate in econyl®, un filo di nylon 100% rigenerato da materiali di scarto pre e post consumer come le reti da pesca abbandonate negli oceani.
Dalle reti da pesca abbandonate i costumi in plastica riciclata
Un progetto di sostenibilità, realizzato in collaborazione con altre aziende come Carvico Spa, Jersey Lomellina Spa ed ECONYL ®, con l’obiettivo comune di creare un modello di economia circolare realizzando costumi ecosostenibili 100% Made in Italy.
Il presupposto di base è che una delle fonti di inquinamento più dannose per il mare è proprio la concentrazione nell’acqua di reti da pesca: abbandonate sui fondali, uccidono circa 100mila esemplari l’anno. Grazie a un sofisticato processo industriale di riciclo e purificazione, esse si possono però rigenerare fino a ottenere econyl®, filo di poliammide che possiede le stesse caratteristiche in termini di performance e qualità della poliammide vergine. Un materiale che tra l’altro può essere riciclato all’infinito, senza perdere le sue qualità. Ciò che cambia è l’eliminazione di materie prime fossili non rinnovabili: ogni 10.000 tonnellate di ECONYL ® si risparmiano circa 70.000 barili di petrolio greggio e si evita l’equivalente di oltre 57.100 tonnellate di emissioni di CO2.
Costumi ecosostenibili sono anche quelli firmati Wat If, azienda che punta a dare una nuova vita ai rifiuti che inquinano i nostri mari, dalla plastica alle reti da pesca. Come? Riciclando quei materiali per produrre costumi da bagno, bikini interi o bikini a due pezzi ecosostenibili e rispettosi dell’ambiente. “Nel 2018 un viaggio alle Mauritius ci mostra in modo cosi palese lo stadio avanzato di un processo distruttivo di cui ci sentiamo complici. Vedere la barriera corallina completamente distrutta e montagne di rifiuti in luoghi cosi incontaminati ha la forza di un pugno in pieno stomaco“, raccontano le due founders e designers, Federica e Michela, due sorelle romane. “Wat if ha così l’aspirazione di contribuire ad un’inversione di marcia negli atteggiamenti comuni che ad oggi risulta più che mai urgente. Abbiamo scelto dei costumi per iniziare la nostra produzione perché il messaggio sia ancora più chiaro e perché troviamo romantico pensare che qualcosa raccolto dal mare possa in qualche modo… tornare al mare“.
Due sono i materiali utilizzati da Wat if: oltre all’econyl, c’è l’Ecopower, un tessuto in poliammide riciclato realizzato con filato Q-Nova. Si tratta di fibre ottenute riutilizzando scarti di produzione, che sono rigenerati attraverso un processo meccanico che non prevede l’uso di materiale chimico e che limita l’emissione di C02 e il consumo d’acqua.