I silenzi di Re Sergio, Le bimbe di Mattarella, Mattarella ascolta cose. Basta fare un giro su Instagram, Facebook o Twitter per scoprire quanto sia estesa la community dei #Mattarellers, i fan del Presidente della Repubblica. Per non parlare dei divertentissimi meme che ci hanno sommerso durante la sua rielezione: in tanti hanno dato libero sfogo alla fantasia, cercando di interpretare con ironia i pensieri del Capo dello Stato in quei giorni.
“Fenomeno Mattarella”, lo definisce Alessandro Amadori, sondaggista, Direttore delle Ricerche Qualitative dell’Istituto Piepoli. Due i fattori del successo: in primo luogo, l’estensione dei canali di comunicazione. “Il Quirinale aveva già attivato YouTube e Twitter ai tempi di Napolitano, ma la vera differenza l’ha fatta l’apertura del canale Instagram. Il social network del momento, più giovanile, più easy e meno elitario, ha contribuito alla nascita di un’icona pop”.
Mattarella, l’anti-social più social di tutti
Il secondo fattore è Mattarella stesso, artefice in prima persona del suo successo, con la sua spontaneità e la sua riservatezza. “Qui nasce il paradosso: è il più anti-social dei politici, eppure spopola sui social network. Una figura antica, fuori dal tempo e dallo spazio. Imperscrutabile, perché non parla mai, a parte i discorsi ufficiali, e la sua mimica facciale è ridotta all’essenziale. Però è genuino nel suo comportamento”.
Insomma, al centro di un mezzo modernissimo c’è una figura che con la modernità non c’entra nulla. “I suoi silenzi sono quasi da teatro del muto. Mentre lui ascolta, ognuno di noi si immagina i pensieri che escono dalla sua testa, quasi fosse un fumetto”.
Dietro questa popolarità social, secondo Amadori, non ci sono grandi strategie pianificate a tavolino, nonostante il Presidente abbia alle spalle un team di professionisti, capitanato da Giovanni Grasso, suo portavoce e spin-dottor. Anche quando si concede per i selfie, Mattarella non lo fa per essere al passo con i tempi, ma “con lo spirito della foto ricordo. Gli altri leader, invece, sono prigionieri del loro linguaggio, sono molto costruiti, agiscono in base ai like. Al Capo dello Stato tutto questo non importa, lui è semplicemente se stesso. E’ veramente sobrio e costante nel tempo, un po’ come la regina Elisabetta: entrambi sono amati perché rassicuranti, in un mondo in cui tutto brucia velocemente”.
Mattarella, Pertini, Cossiga: la spontaneità paga
Pochi altri presidenti della Repubblica sono stati amati come lui. “Penso a Sandro Pertini e Francesco Cossiga”. Che cosa li accomuna? “La spontaneità e il loro non essere figure di palazzo. Al contrario ognuno di loro incarna uno dei dodici archetipi popolari, indicati da Margaret Mark e Carol S. Pearson (autrici di “The Hero and the Outlaw”, ndr). Mattarella è l’archetipo dell’innocente. Cossiga è il giullare, perché ha osato fare quello che nessuno avrebbe mai immaginato, non a caso fu definito “il picconatore”. Sandro Pertini, invece, era il combattente, l’eroe della Resistenza con lo spirito da Che Guevara. Nel suo eroismo era sì lontano dall’uomo comune, ma era assolutamente spontaneo. E la spontaneità paga sempre”.