Luis Felipe (@luisfelipevoz) è un tiktoker da oltre 850mila follower e 14 milioni di ‘Mi piace’. Il motivo del suo successo? La gentilezza. La sua bacheca è un susseguirsi di video in cui mostra piccoli gesti di galanteria, cortesia ed attenzione compiuti per la strada nei confronti di sconosciuti o, meglio, sconosciute, dato che nella maggior parte dei casi si tratta di donne, che ricevono da lui una rosa e un bigliettino di complimenti.
Luis Felipe non è l’unico: su TikTok ci sono anche altri utenti, come Harrison Pawluk (@lifeofharrison), che per il loro comportamento raccolgono decine e decine di elogi da parte dei tanti follower.
Insomma, la gentilezza su TikTok piace, lo aveva dimostrato anche Leo Mel, l’anti-influencer: i follower apprezzano i suoi toni non gridati e i buoni sentimenti, anche se lui si distingue dagli altri profili, perché non mostra piccole azioni di altruismo, ma dialoga con altre persone, consapevoli di essere in diretta.
Perché la gentilezza può anche essere fake
Accanto alle persone che apprezzano la nobiltà d’animo, ce ne sono altrettante che criticano duramente le presunte “buone azioni che nessuno ha chiesto”, come racconta Mic.com. Innanzitutto sottolineano come presumibilmente, nella maggior parte dei casi, si tratti una violazione delle privacy, perché le donne che, per esempio, ricevono un fiore per strada sono ignare di essere riprese. Supponiamo però che venga loro chiesta l’autorizzazione: magari accettano, colte anche un po’ di sorpresa, senza avere il tempo di realizzare che potrebbero ritrovarsi protagoniste di video virali.
Così è successo a una donna filmata da Harrison Pawluk, che ha detto alla ABC Radio Melbourne di sentire che l’interazione con il tiktoker era stata nei suoi confronti “disumanizzante” e “condiscendente”. In pochi clic ci si ritrova esposti al giudizio altrui e nella maggior parte dei casi si viene definiti come “persone bisognose di un abbraccio o di un gesto di gentilezza” senza che nessuno sappia nulla della propria storia personale.
C’è poi chi li vede come gesti non disinteressati: mostrando buone azioni su TikTok, come donare soldi a un senzatetto o pagare la spesa a una donna mentre è distratta alla cassa del supermercato, si accumula una buona base di follower, da vendere agli inserzionisti pubblicitari. Oppure c’è anche chi chiede esplicitamente al proprio pubblico di inviare denaro a supporto di cause di beneficenza molto poco trasparenti.
Infine, c’è chi considera questi gesti anche culturalmente dannosi, perché ripropongono lo stereotipo dell’uomo sano e giovane, che copie gesti di solidità verso categorie come donne, persone di colore o anziani, perpetuando l’idea del “bravo ragazzo bianco” che si dedica disinteressatamente al miglioramento delle minoranze.