“Mi presento: sono Optimus e sono l’ultimo nato in casa Tesla. Rivoluzionerò l’economia, svolgendo compiti che finora solo gli umani possono effettuare”. Eccola qui, un’immaginaria presentazione del Tesla Bot. Il robot umanoide ormai è al centro dei pensieri di Elon Musk, più importante di un nuovo modello di auto. Perché questo nel tempo potrebbe diventare il futuro del colosso statunitense, “più significativo dei veicoli”. Parola dell’uomo più ricco del mondo, che aveva dato l’annuncio nel corso del Tesla AI Day del 19 agosto 2021, ma è tornato sull’argomento durante la conferenza sui risultati del quarto trimestre 2021 pochi giorno fa.
Come sarà il robot Tesla
Il robot Tesla, noto anche come Optimus, non è ancora pronto a nascere: il lieto evento è atteso per il 2022. Al momento è in corso la progettazione a cura di un team specializzato, con competenze ingegneristiche e meccatroniche. Come sarà? Optimus sfrutterà l’intelligenza artificiale per muoversi e per comprendere ordini verbali. Avrà un’altezza di 173 centimetri e peserà 57 chilogrammi. Sarà capace di trasportare oggetti di poco superiori ai 20 chili e avrà una velocità massima di 8 km/h. Il robot umanoide di Tesla sarà composto da materiali ultraleggeri e dotato di 40 attuatori: 12 nelle braccia, 2 nel busto, 2 nel collo, 12 nelle mani e 12 nelle gambe. Le mani, come annunciato da Musk, “saranno di livello umano”.
Tesla, robot più importante dei veicoli
E così, Optimus ha conquistato un ruolo di primo piano nel cuore dell’uomo più ricco del mondo. Niente sembra più importante agli occhi del Ceo, nè il Full Self-Driving, né le celle 4680, né il target di 1,5 milioni di vendite globali nel 2022. “In termini di priorità – spiega Musk –, ritengo che lo sviluppo del prodotto più importante che stiamo portando avanti quest’anno sia in realtà il robot umanoide Optimus. Penso che, nel tempo, abbia il potenziale per diventare persino più importante rispetto al business dei veicoli elettrici”.
L’idea è quella già a cui sta già lavorando il mondo della scienza e della tecnologia, ovvero che i robot umanoidi possano sostituire l’uomo al lavoro, svolgendo i compiti più pericolosi, ripetitivi e noiosi. Non solo: i ricercatori lavorano perché essi siano in grado di interagire in un modo sempre più naturale con gli esseri umani. Fiducia, adattabilità, comprensività e collaborazione sono i valori che guideranno la relazione uomo-androide, gli stessi che stanno alla base dei rapporti tra le persone. E così, dal robot si passerà al cobot, “collaborative o cooperative robot”, per sottolineare la capacità di empatia e comprensione reciproca.
LEGGI ANCHE: Un cervello vero per i robot: così imparano a pensare come noi umani