Al ritorno dalle vacanze uno dei buoni propositi più diffusi è quello di mantenere la forma fisica raggiunta grazie alle passeggiate in montagna oppure alle corse in spiaggia, ma spesso la buona volontà finisce nel giro di pochi giorni. Come fare? La soluzione potrebbe arrivare dalla tecnologia, in particolare dai fitness tracker: secondo uno studio della University of South Australia, pubblicata su The Lancet Digital Health, questi dispositivi, come i contapassi e gli smartwatch che includono questa funzione, motivano a fare più esercizio e incoraggiano a camminare 40 minuti (circa 1.800 passi) in più al giorno, favorendo mediamente una perdita di peso di un chilo in cinque mesi.
Lo studio ha preso in considerazione e riepilogato quasi 400 ricerche in questo campo: in totale sono state coinvolte e monitorate 164.000 persone in tutto il mondo, che utilizzano i cosiddetti WATs (wearable activity trackers) durante la loro attività fisica. I ricercatori, guidati da Ty Ferguson, sottolineano quanto piccoli azioni a basso costo, come quella di indossare un dispositivo di questo tipo, siano importanti per affrontare la crescente diffusione di malattie parzialmente causate dalla mancanza di esercizio, tra cui patologie cardiovascolari, ictus, diabete di tipo 2, tumori e disturbi mentali.
Perché i fitness tracker hanno successo
Nonostante la popolarità di contapassi e tracker, esiste uno scetticismo diffuso sulla loro efficacia e sulla loro accuratezza: qualcuno sostiene anche che alimentino comportamenti ossessivi e disturbi alimentari. Invece i dati rilevati dagli studiosi australiani sono estremamente positivi: “I risultati complessivi – rileva Ferguson – mostrano che i dispostivi indossabili che monitorano i nostri livelli di attività sono efficaci in tutte le fasce d’età e per lunghi periodi di tempo. Incoraggiano le persone a fare esercizio su base regolare, facendo diventare il fitness parte della routine quotidiana“.
Se dimagrire di un chilogrammo potrebbe all’apparenza sembrare poco, i ricercatori affermano in realtà che dal punto di vista della salute pubblica questo è un risultato significativo. “Una persona di corporazione media in genere riesce a perdere mezzo chilo all’anno – conclude la professoressa Carol Maher, coautrice dello studio -, quindi perdere un kg in cinque mesi è un risultato significativo, ancor più se si considera che due terzi degli australiani sono in sovrappeso o obesi“.
Tra il 2014 e il 2020 il numero di tracker di attività indossabili acquistati in tutto il mondo è aumentato di quasi il 1500%, il che si traduce in una spesa globale di 2,8 miliardi di dollari nel 2020.
Oltre all’attività fisica extra e alla perdita di peso attribuite ai WATs, ci sono prove che i fitness tracker aiutano anche ad abbassare la pressione sanguigna e il colesterolo nelle persone con diabete di tipo 2 oppure soffrono di altri disturbi legati alla salute.
“L’altro vantaggio riportato è che i WAT hanno migliorato la depressione e l’ansia attraverso un aumento dell’attività fisica“, afferma Ferguson.