Da qualche anno siamo ormai al corrente di un dato allucinante: appena cento aziende in tutto il mondo sono responsabili del 77% delle emissioni di Co2 nell’atmosfera. Tra questo sporco centinaio, i soliti noti del petrolio e del gas, ovviamente, che causano la maggior parte dei danni all’ambiente.
Qualcosa di simile avviene anche nel mondo della plastica, materiale essenziale a qualsiasi settore, che non riusciamo a riciclare quanto vorremmo. In questo campo, sono appena venti le aziende a cui dobbiamo il 55% dei rifiuti di plastica a livello mondiale. Un club esclusivo in cui troviamo tra l’altro molti dei nomi della prima lista, a conferma di quanto i giganti energetici siano i principali responsabili dei danni all’ambiente.
Rifiuti di plastica, la top 20 delle aziende più “sprecone” al mondo
Questa top 20 è tratta dal Plastic Waste Maker Index della Minderoo Foundation, organizzazione filantropica che ha realizzato un sito web con cui analizzare i dati, osservano i collegamenti tra aziende e nazioni interessate al loro operato. Di particolare interesse il grafico sui flussi, in cui è possibile vedere chi investe in quali aziende (e dove).
Rifiuti di plastica, problema globale: dalla Cina all’Australia
Prima di passare a stilare i nomi in cima alla lista, un po’ di geografia: è la Cina a dominare questa classifica, sia in termini di investimenti che in termini di produzione e spreco. Un primato giustificato anche da un semplice fattore demografico (il Paese ha poco meno di 1,4 miliardi di abitanti, su un totale di 7,8 miliardi), ma non solo. Lo dimostra il confronto con l’India, che ha 1,3 miliardi di abitanti ed è “solo” terza in classifica, superata di molto dagli Stati Uniti d’America.
Interessanti anche i dati pro capite che vedono l’Australia guidare la classifica dei paesi che producono più plastica monouso per abitante (59 kg), seguita da Usa, Corea del Sud e Regno Unito. L’Italia è al decimo posto con 23 chili.
Rifiuti di plastica, Exxon l’azienda che ne produce di più
E la top ten delle aziende? Al primo posto ecco la Exxon, gigante del petrolio, da Dow, Sinopec, Indorama Ventures, Saudi Aramco, PetroChina, LyondellBasell, Reliance Industries, Braskem e Alpek SA de CV. (L’unica italiana? L’Eni, al 40esimo posto.)
Europa, Usa, Asia e Medioriente: la classifica include tutti, a conferma di come il settore energetico sia un reticolo fittissimo di relazioni, proprietà, affari e sfruttamento che non può essere affrontato localmente, ma va limitato e risolto a livello globale.
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