Mentre Parigi lavora per rendere la Senna balneabile, Londra non è da meno: la capitale del Regno Unito, che conta nove milioni di persone, progetta un futuro più sostenibile, green e… selvaggio. “Rewild London” è il nome del piano, che prevede una serie di iniziative per aumentare gli spazi verdi, ripristinare la biodiversità e proteggere l’ambiente.
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Un gruppo di esperti è al lavoro in collaborazione con le istituzioni locali. Il sindaco Sadiq Khan ha stanziato 600.000 sterline (748.000 dollari) per ripristinare da 20 a 30 “aree di rinaturalizzazione” in tutta la metropoli, con la consulenza del London Wildlife Trust. Come racconta il Guardian, cambiamento è già iniziato, ma si prevede un’accelerazione nel prossimo futuro grazie al team di esperti di rewilding, funzionari dei parchi e amministratori, che trascorreranno il prossimo anno e mezzo a elaborare piani dettagliati per la città. Nelle zone più periferiche, per esempio, verranno reintrodotte paludi, zone umide e foreste native, mentre nei parchi cittadini si sta già iniziando a ripristinare la natura. Lungo i canali e i binari ferroviari saranno creati dei “corridoi naturali”, che aiuteranno la fauna selvatica a spostarsi da un’area all’altra della città, mentre i londinesi saranno incoraggiati a ricostruire la biodiversità nei propri giardini e persino sui tetti delle case.
Londra sostenibile e selvaggia: arrivano castori, foche e farfalle
Un’altra idea è quella di ricreare l’habitat naturale per gli insetti impollinatori lungo le piste ciclabili, oltre a quella di riutilizzare materiali da costruzione per supportare le piccole comunità di farfalle. Un progetto chiamato “Get inVOLEd” sta invece reintroducendo le arvicole d’acqua (mammiferi roditori della famiglia dei Cricetidi) in un fiume locale e le sta monitorando con telecamere e dispositivi di registrazione bioacustica. E ancora, parti dell’estuario del Tamigi saranno trasformate in una zona umida brulicante di trampolieri e altra fauna selvatica: il fiume, che una volta era stato dichiarato biologicamente morto, ha già popolazioni di foche e cavallucci marini in aumento.
Famiglie di castori, animali assenti dalla città ormai da 400 anni, saranno rilasciate nelle paludi intorno alla periferia della capitale, come è già successo a Enfield: qui negli ultimi due anni gruppi di volontari hanno anche piantato 100.000 alberi nel luogo dove prima sorgeva un antico bosco, con l’obiettivo di catturare la CO2 e contribuire a ridurre il rischio di allagamento per le case della zona.
Londra sostenibile? Abitanti più felici
Il ripristino della natura può offrire molteplici vantaggi, a Londra come in altre città, che hanno a loro volta in corso progetti su larga scala. Los Angeles sta costruendo un attraversamento per la fauna selvatica su un’autostrada a otto corsie, in modo da collegare gli habitat dei leoni di montagna, altro nome con cui vengono indicati i puma. Seoul sta piantando foreste urbane per aiutare a migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’effetto della cappa di smog. Parigi, oltre a voler rendere la Senna balneabile, sta piantando una serie di boschi in città, così come Oslo, che punta a diventare carbon neutral entro la fine del decennio.
Tutti questi progetti fanno bene alla natura e alla salute delle persone, ma anche alla loro psiche. Numerosi studi hanno documentato i vantaggi sociali che derivano da una città più green, inclusa una correlazione diretta tra la possibilità di accesso alla natura e il livello di felicità. E la pandemia da Covid-19 ci ha reso davvero consapevoli di quanto questo possa essere vero.