Corsi e ricorsi della Storia. Quando pensiamo che il tempo scorra in avanti e che porti verso un futuro più roseo, qualcosa ci ricorda che invece ha un andamento ciclico, sempre. E così nel Nuovo Millennio ci ritroviamo a vivere in una sorta di medioevo digitale, fatto di città-stato ideate da liberisti digitali e sorrette dal capitalismo delle piattaforme. Questa è la storia di Próspera, cittadina iperconnessa e supermoderna, circondata dal blu intenso del mar dei Caraibi. Nata nel 2020 dalla visionarietà del venezuelano Erick Brimen e del guatemalteco Gabriel Delgado, è stata creata dall’azienda statunitense Honduras Próspera Inc., che ha tra i suoi finanziatori molti fondi di venture capital, tra cui Pronomos Capital, amministrato da Patri Friedman, nipote del Premio Nobel Milton Friedman, e finanziato, tra gli altri, da Peter Thiel, cofondatore di PayPal. Sulla carta si presenta come “città ideale”, ma lo è davvero?!
Próspera, i cui edifici sono firmati dallo studio Zaha Hadid, sorge su un terreno acquistato sull’isola di Roatan, in Honduras, e viene presentata come esempio di “nuovo approccio visionario alla governance con un quadro legale e normativo pro-business (…), progettato per attrarre investimenti esteri diretti, garantendo al contempo i diritti umani e la sostenibilità ambientale”.
Di fatto è una città-Stato indipendente, in cui i governanti, ovvero gli investitori privati, scrivono le leggi e i regolamenti, progettano i sistemi giudiziari e gestiscono le forze di polizia. Come racconta Guido Maria Brera nel suo podcast “Black Box: La scatola nera della finanza” per Chora Media, per creare Próspera è stata modificata la Costituzione e sono stati destituiti quattro dei cinque magistrati della Corte suprema, che inizialmente aveva dichiarato incostituzionale il progetto di creare delle “Zone per l’occupazione e lo sviluppo economico dell’Honduras” (ZEDE). Un modo pr attrarre investimenti privati, soprattutto dall’estero, secondo il governo conservatore del presidente Juan Orlando Hernández; uno Stato dentro lo Stato, libero da leggi e controlli, secondo gli oppositori, che hanno a lungo protestato.
L’idea del Premio Nobel Romer, che poi si è ritirato
L’idea di queste città modello nasce inizialmente da Paul Romer, docente all’Università di New York e premio Nobel per l’Economia nel 2018, che ha teorizzato come i governi delle economie avanzate debbano costruire e governare nuovi centri urbani nei Paesi emergenti, attuando pratiche di buona governance. Il professore ha però ritirato il suo appoggio dopo aver saputo che le autorità dell’Honduras si erano accordate in segreto con gli investitori per la costruzione di una città amministrata non da un governo straniero, ma da un’impresa privata a scopo di lucro.
Come funziona Próspera
Per stabilire la propria residenza all’interno dei confini di Próspera, bisogna pagare una quota annuale di 260 dollari all’anno se si è honduregni (somma alla portata di pochi, dato che due persone su 3 vivono in miseria) e di 1.300 dollari se si è stranieri (spesso si tratta di appassionati di criptovalute, libertari o entrambi), poi bisogna firmare una specie di “patto di convivenza”. Una volta diventati Prosperans, si è sempre connessi e si può fare tutto dal divano di casa, anche grazie all’apposito portale online di servizi governativi centralizzati e automatizzati eProspera, ispirato ad e-Estonia: dal pagamento delle tasse (molto basse) alla conclusione degli affari, dagli investimenti immobiliari al voto. Già, come funzionano le elezioni? Su nove membri del consiglio, i residenti ne eleggono cinque, di cui due vengono eletti soltanto dai proprietari terrieri, che hanno un potere di voto proporzionale all’estensione delle terre possedute. I rimanenti quattro membri del consiglio sono invece scelti dai fondatori di Próspera.
Gli abitanti dell’Honduras non hanno accolto bene questo progetto. Molti nel villaggio di pescatori di Crawfish Rock, vicino a Próspera, hanno raccontato di come inizialmente fossero state loro prospettate delle possibilità di lavoro, una promessa che in realtà poi non è stata mai mantenuta. Non solo. I creatori di Próspera si erano offerti di portare fino al villaggio l’acqua del loro pozzo, ma poi avevano mandato le bollette da pagare, di fatto privatizzando l’acqua, anche se solo temporaneamente, grazie alla successiva riattivazione della distribuzione pubblica. Molto in ritardo anche organizzazioni di ogni tipo da tutto il mondo hanno espresso critiche a questo esperimento estremo, e pure le Nazioni Unite alla fine sono scese in campo. Le accuse principali? Evasione fiscale, riciclaggio, narcotraffico, violazione dei diritti umani.
Il nuovo feudalesimo digitale
“Che cos’è allora Próspera?”, si chiede Guido Maria Brera. “Una città-stato amministrata dalla Silicon Valley? Un simbolo di prepotenza, che legittima il diritto del più forte? Un insediamento con un sistema giuridico del tutto autonomo, retto da un tribunale di arbitraggio composto da giudici statunitensi in pensione? Una realtà dotata di un sistema legislativo orientato alla più stretta protezione della proprietà privata e alla massima facilitazione di transazioni finanziarie, dove il regime fiscale è indipendente e basato su un registro di proprietà a sua volta autonomo, e dove è indipendente il sistema di pubblica sicurezza che controlla porti, aeroporti e prigioni?”. E ancora: “Próspera è il ritorno alla città Stato medievale, nella ciclicità del tempo, ma è un ritorno che prende una strada diversa dalle città globali del nostro presente, perché è stato il capitalismo delle piattaforme a modificare i principi formali e materiali dello Stato nazione”.
Ultima puntata: dal gennaio 2022 Xiomara Castro ha nuova presidente, una donna di sinistra, e il Parlamento ha votato una legge che vieta la creazione delle ZEDE ed abolisce quelle esistenti. In risposta, alla fine dell’anno la Honduras Próspera Inc. ha chiesto allo stato honduregno un risarcimento stratosferico e ha presentato domanda per un arbitrato internazionale. Próspera avrà pure vita breve, ma “il viaggiatore in questo nuovo Medioevo dell’umanità ancora mille Próspera potrà incontrare”, conclude Guido Maria Brera.