Nemc, cioè “not engaged, not mothers, not in career”: non fidanzate, non madri, non in carriera. E’ questo il nuovo termine sociologico coniato per molte 35-40enni di oggi, ovvero Millennials nate nei primi Anni 80, come spiega l’economista Azzurra Rinaldi in un’intervista a Io Donna. Un acronimo che fa il verso a Neet (not in education, employment or training), gli under 25 che non lavorano, non studiano e non si aggiornano.
Nemc: chi sono le 35-40enni single di oggi
In questo caso si parla invece di donne, che non rientrano nelle categorie classiche in cui la società di solito le inquadra: affrontano le difficoltà economiche che tutti i single di oggi devono affrontare, con in più lo svantaggio del gender pay gap. “Stiamo vivendo un paradosso, i nuovi poveri sono i lavoratori”, spiega Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics dell’Università degli Studi di Roma, aggiungendo che questa è una situazione in cui si trova solo l’Italia. Secondo l’Ocse, “gli stipendi sono diminuiti del 3% dal 1990 a oggi e nel frattempo sono cresciuti tutti i prezzi di beni e servizi. Di conseguenza sono aumentate le disuguaglianze, incluse quelle di genere”. E ancora: “Nella fascia 35-50 anni l’incidenza di salari più bassi è più elevata per le donne che per gli uomini”. Risultato: un ingegnere ha un reddito doppio rispetto a una collega donna, a parità di competenze e anzianità, e lo stesso accade per avvocati e commercialisti.
La vita da single
Ma come è la vita da single oggi, sia per le donne che per gli uomini? “Single è bello” per un numero sempre crescente di persone. Uno status che genera un nuovo sentimento di empowerment e fierezza, ma anche qualche ombra e necessità di rassicurazione sociale, come emerge da Osservatorio Single, l’analisi redatta da Ipsos e presentata in occasione della Giornata Mondiale dei Single, che si celebra l’11 novembre.
I dati dicono che le famiglie composte da una sola persona sono in aumento: solo in Italia risultano il 33% della popolazione nazionale, di cui 1 su 5 ha meno di 45 anni. Una tendenza che influenzerà anche il futuro: lo studio Ipsos, che si inserisce nel quadro disegnato dall’Istituto Nazionale di Statistica, ha registrato come solo in Italia nei prossimi 20 anni aumenteranno del 17% le persone sole, diminuiranno del 18% le coppie con figli, ma aumenteranno del 9% i genitori single.
Questa nuova tendenza è il frutto di un sentimento diffuso nella popolazione nazionale, sempre più incline a trascorrere del tempo in solitaria, un bisogno sentito dal 60% degli italiani. Dato confermato anche dal fenomeno delle coppie LAT (Living Apart Together), coppie che rifiutano la convivenza scegliendo una modalità distaccata e più libera di vivere la relazione.
Che orgoglio
Essere single oggi è principalmente sinonimo di orgoglio: ci si sente completi, indipendenti, sicuri e con la piena consapevolezza di sé e del valore del tempo per sé. Il 67% delle persone intervistate da Ipsos sostiene che fare attività da soli rende soddisfatti. Sono principalmente le donne a sentirsi più orgogliose (74%) rispetto agli uomini (61%). Come spendono il tempo libero le persone che non hanno un partner? Di sicuro viaggiando, dato che in Italia i single traveller sono cresciuti di più di un terzo rispetto al 2021, ma anche cercando di ampliare la propria cerchia di amicizie e conoscenze, nonché i propri orizzonti, sfruttando tra l’altro le app social e di incontri, che sembrano essersi liberate dagli stereotipi e sono sempre più percepite come un’opportunità di valore per creare relazioni, amicizie e non solo incontri casuali.
Essere single è davvero solo cool?
Ma non è tutto oro ciò che luccica: l’altro lato della medaglia che emerge dallo studio Ipsos racconta di sfide, incertezze, difficoltà economiche e rischio di isolamento.
Il costo della vita che grava unicamente sulle proprie spalle è il primo tema. L’inflazione e il caro vita affliggono, tra gli altri, anche i single: il 45% delle persone sole afferma di avere difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita e l’83% sostiene che è importante pianificare i risparmi per affrontare il futuro. A questo proposito, uno studio Moneyfarm afferma che vivere senza un partner comporta 571 euro in più di spese al mese, che fanno 100.000 euro in 15 anni.
Uscendo dalla sfera dell’ideale ed entrando in quella del reale e dell’economico, anche il viaggio assume un connotato diverso: una persona su 2 dichiara infatti che viaggiare è più costoso come singolo. E, al di là del portafoglio, molti pensano che sia pericoloso, per le donne in primis (57% vs 40%).
Importante poi è il tema del benessere e della salute mentale, che può essere intaccata se, da single in solitaria, si scivola nell’isolamento. Un rischio in particolare per chi vive da solo. 8 persone intervistate su 10 affermano che avere qualcuno con cui condividere le esperienze è essenziale per viverle appieno.