Era l’8 gennaio 2021 quando il titolo di Tesla raggiunse il valore di 880,02 dollari, il risultato massimo della sua storia. Il titolo veniva da un 2020 incredibile, durante il quale aveva registrato una crescita del 700%, rendendo il suo CEO Elon Musk il secondo uomo più ricco del mondo. Da allora le cose sono cambiate. E non poco. Non temete: Musk è ancora ricchissimo, anche se ha perso la seconda posizione in classifica tornando in terza. Nel momento in cui scriviamo, ad esempio, un’azione Tesla vale 580 dollari, trecento in meno di inizio anno: un crollo del 34% in meno di sei mesi. C’è anche chi, tra trader ed economisti, si aspetta un ulteriore assestamento fino ai 450 dollari.
Azioni Tesla, crollo del 34% in pochi mesi: tutte le cause
Crescita folle
Le cause del crollo sono diverse, a partire dalla folle crescita negli ultimi mesi, che di certo non poteva durare per sempre. Ma ce ne sono anche di più concrete, come i dati di vendita dalla Cina, che rimane un mercato chiave per l’azienda. Nel paese asiatico Tesla avrebbe venduto 26mila vetture in tutto aprile, contro le 35mila di marzo.
Materie prime
E non è tutto, perché ci si mette anche la grana della penuria di materie prime, che ha costretto mezzo mondo a rallentare la produzione nonostante l’ormai prossima uscita dalla pandemia. Il crunch riguarda soprattutto l’industria informatica, come quella dei chip, ma anche le risorse necessarie per produrre batterie elettriche, come le terre rare.
Concorrenza
È anche la concorrenza a fare paura. Come raccontato da True News, le vecchie glorie dell’automotive hanno agito in ritardo ma alla fine hanno messo mano al portafoglio e investito profusamente, rinnovando (riconvertendo in alcuni casi) la loro proposta. Un’elettrificazione che ormai sta dando i risultati sperati, con Volkswagen ormai pronta a imporsi nel mercato dei veicoli elettrici.
Bitcoin
Infine, c’è il legame con Bitcoin, fortemente voluto da Elon Musk nei primi mesi del 2021, quando spinse l’azienda a investire 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. L’affare rese Musk il nuovo paladino del mondo crypto, oltre che rendere moltissimo all’azienda.
Il crollo dei Bitcoin (e anche di Tesla)
Poi, due settimane fa, la fine della luna di miele, con l’annuncio di Tesla – condiviso su Twitter dal CEO – in cui si diceva che l’azienda non avrebbe più accettato Bitcoin come forma di pagamento. Seguì crollo della valuta – e di Tesla, legata a doppio filo con un mercato volatile e volubile.
E pensare che lo scorso marzo Elon Musk si era fatto ufficialmente nominare “TechnoKing” dell’azienda, rifiutando cariche più ufficiali in favore di un neologismo futuristico. Sembrava tutto facile, dall’alto della grande bolla. Ora la sbornia sembra essere finita: Tesla vale ancora moltissimo rispetto a due anni fa, per dire, ma il suo andamento imprevedibile potrebbe innervosire molti investitori.