Tesla non è un’azienda normale. Non ha un team dedicato a PR o alla comunicazione, eppure attira le attenzioni di media, appassionati e curiosi. A fungere da cassa di risonanza ci pensa del resto Elon Musk, con il suo seguitissimo profilo Twitter, fucina di scandali e pubblicità.
Per tutti questi motivi, il rapporto tra chi compra una Tesla e la propria vettura è molto particolare. La macchina è uno status symbol, ma anche un feticcio, un elemento che lega l’utente al brand tanto amato. Ciò è un bene per l’azienda, ovviamente, ma in alcuni casi rischia di diventare un pericolo per tutti gli altri. Vediamo in che modo.
C’è troppa “omertà” tra Tesla e i suoi fan?
Secondo un’inchiesta di VICE, infatti, il problema nasce quando Tesla mette in vendita per 200 dollari la funzione “Full Self-Driving”. Si tratta di un aggiornamento molto discusso che fa parte dell’eterna promessa di “guida autonoma” fatta dall’azienda (e Elon in primis). Ebbene, grazie a FSD ci sono migliaia di persone alla guida di Tesla, pronte a testarne le capacità.
Questi “tester” devono contribuire allo sviluppo della tecnologia mettendola alla prova e accumulando chilometri. L’idea è che l’intelligenza artificiale su cui l’azienda sta basando lo sviluppo della tecnologia dev’essere allenata. E tanto. E il problema è che questo benedetto prodigio della tecnologia non funziona così bene. Le Tesla hanno un’ottima guida autonoma ma sono ancora lontane dal sogno di Musk & Co., fatto di macchine intelligenti che permettono al guidatore di gustarsi un film mentre è in viaggio.
Il club esclusivo e gli accordi di non divulgazione
Per cominciare a testare la “guida autonoma”, poi, gli utenti devono prima iscriversi all’Early Access Program (EAP), firmando un accordo di non divulgazione con l’azienda stessa. Quello che ha scoperto il sito di news è il clima di omertà e di “copertura” che aleggia tra questi utenti, pronti a difendere la loro azienda prediletta di fronte agli evidenti problemi delle loro auto.
Auto che, come già raccontato da True News, non sono davvero in grado di guidarsi da sole. E vengono anzi messe in difficoltà da molti fattori, anche piuttosto “comuni” nel traffico cittadino. Curve improvvise. Frenate improvvise e a caso. Manovre pericolose.
Il “prezzo” da pagare per il mito di Tesla?
Che succede quando un’azienda testa una tecnologia delicatissima e i suoi tester sono troppo ammaliati dal brand per essere oggettivi? Possiamo solo immaginarlo, visto il clima di totale segretezza che caratterizza Tesla. Quanto alla funzione FSD, viene ancora venduta e presentata con quel nome fuorviante, che promette qualcosa che la vettura non può mantenere. Col risultato che i fan più sfegatati vanno in strada credendo di essere alla guida della Batmobile.
E invece è “solo” un’auto che ha buone capacità di guida assistita, che non è proprio la stessa cosa. Ma dicendo la verità non si costruisce un mito come quello di Tesla.
Oltre a FSD, cambia anche il volante
Un altro esempio di questo andazzo? Il nuovo volante di cui sono muniti i modelli Tesla S e X (vedi foto). Invece che circolare, è rettangolare, simile a quello dei bolidi da Formula 1. L’effetto è sicuramente notevole ma quel tipo di volante risulta purtroppo pessimo per la guida non sportiva. t, per chi guida e soprattutto per gli altri.
Se di omertà si tratta, quanto durerà ancora?