Si fa presto a dire bosco verticale ma non basta piantare degli alberi su un palazzo per renderlo bello – e soprattutto benefico all’ambiente. Nella progettazione della struttura milanese, lo studio Stefano Boeri Architetti ha dovuto tenere conto del maggiore peso delle piante (sostenute da blocchi di cemento armato) e l’irrigazione necessaria a farle crescere. Due dettagli che fanno la differenza, perché la produzione del cemento è inquinante e l’irrigazione consuma molta energia elettrica. Per non appesantire l’anima green del progetto, il team Boeri ha lavorato sulla composizione del terriccio utilizzato, alleggerendolo, e installato pannelli fotovoltaici.
Verso il Pirellino
Perché ne parliamo? Perché è una lezione che è tornata molto utile, visto che l’archistar sta ripetendo l’esperimento in tutte le salse in mezzo mondo (da Shijiazhuang, in Cina, a Tirana, passando per Treviso e il Belgio) e si prepara a replicarlo nella stessa Milano. Questa volta il progetto sorgerà su Pirelli 39, ex sede degli uffici urbanistici del Comune passata poi a Coima dopo un’asta record arrivata al prezzo finale di 193 milioni. Già ribattezzato “Il Pirellino”, il progetto è a firma di Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e il citato Boeri. Nonostante il successo del Bosco Verticale, però, non sta convincendo del tutto il Comune: affianco al mini grattacielo, infatti, sorgerebbe una “Torre Botanica” (molto simile al Bosco) e il sottostante ponte verrebbe trasformato in una futuristica “serra verde”.
Quest’ultima è in realtà in bilico, l’agnello sacrificale di una diatriba tra Regione, Comune e Coima legata a una una legge urbanistica regionale che prevede un bonus del 25% in più di volumetrie per gli edifici dismessi da più di cinque anni. Una legge a cui però il Comune si oppone. Comunque vada a finire, i due palazzi verrebbero realizzati comunque, con o senza ponte, come già svelato da True News.
I numeri
Ma che impatto ambientale avrà il Pirellino? Secondo i dati dello studio Boeri, si parla di 1700 metri quadri di vegetazione (disposti su più piani in modo che il palazzo cambi colore con le stagioni) in grado di assorbire 14 tonnellate di CO2 e produrre nove tonnellate di ossigeno all’anno. Come 10 mila metri quadri di foresta. E il cemento? Per ridurre l’impatto ambientale dell’edificio, la struttura includerà parti in legno per ridurre l’uso di cemento (con un risparmio di 3600 tonnellate di CO2). Infine, 2770 metri quadri di pannelli fotovoltaici, in grado di produrre il 65% dell’energia di cui avrà bisogno la struttura. Certo, se gliela lasciano fare.