Vienna-Parigi è una tratta da circa mille chilometri che attraversa il cuore dell’Europa continentale. La si può percorrere in due ore e cinque minuti volando da capitale in capitale. Oppure, si può andare in stazione, accomodarsi in un vagone letto e passare la nottata viaggiando in treno. C’è un unico problema: ci si mette circa dieci ore. E allora, potrebbe chiedersi qualcuno, perché farlo?
Perché il viaggio produce dieci volte meno CO2, ad esempio. Una differenza sostanziale che vale la nottata in treno per una fetta crescente della popolazione europea, alla ricerca di un’alternativa green all’aereo. Ogni volo Londra-Roma genera 234 chili di Co2 nell’atmosfera, in media. Per passeggero. Un oceanico New York-Londra sfiora la tonnellata pro capite, con 986 chili di veleno nell’ambiente. Da anni ormai le associazioni ambientaliste lanciano il monito: se volete diminuire veramente il vostro impatto nell’ambiente, usate meno l’aereo. Valutate le alternative. Evitate viaggi inutili, prima della pandemia resi così “facili” dalle compagnie low cost. Ebbene, il “costo basso” si limita al versante economico; a pagare davvero è l’ambiente. E noi, di conseguenza. Il treno è quindi il mezzo più efficiente e meno inquinante: anche per questo l’Unione Europea punta a spostare sui binari il 30% dei trasporti merci (contro il 18% attuale).
Il ritorno del treno è un cambiamento culturale, prima ancora che tecnologico (ed economico). Ci vorrà tempo anche qualcosa si muove: nel 2019 un sondaggio commissionato dalla svizzera Ata (Associazione traffico e ambiente) aveva rilevato che il 60% degli intervistati era generalmente disposto a viaggiare con un treno notturno internazionale. L’azienda di trasporti su rotaia austriaca OeBB ha da poco annunciato l’alleanza con la Deutsche Bahn tedesca per offrire il notturno Vienna-Parigi di cui sopra (partirà l’anno prossimo). Secondo Bloomberg, entro il 2024, dovrebbe attivarsi anche un’arteria che collegherà il Continente longitudinalmente, da Amsterdam a Milano.