Oltre alla recente corrispondenza di ‘politici sensi’ con Giorgia Meloni, Elon Musk si è apertamente schierato nella corsa alle elezioni americane: da qualche tempo sta infatti facendo una comunicazione sfegatata per riportare Donald Trump alla Casa Bianca. Balla con lui sul palco del comizio a Butler, allestisce una “war room” a Pittsburgh e, soprattutto, sgancia 500 milioni di dollari (questa la cifra raggiunta finora, pare) per finanziare la campagna elettorale del candidato repubblicano, come riporta il New York Times. Il tycoon ricambia a sua volta preparando una bella poltrona per il fondatore di Tesla e SpaceX, che tra l’altro nei giorni scorsi ha presentato il suo robotaxi e ha mezzo a segno il test del razzo Starship: per l’imprenditore di origine sudafricana si apre la prospettiva di diventare “Segretario alla riduzione dei costi”.
Un posto per Elon Musk nel secondo governo Trump
Insomma, oltre ad andare a caccia di voti per il suo amico (ex nemico) Donald, Elon Musk potrebbe anche assumere un ruolo relativamente attivo in una potenziale seconda amministrazione Trump. Lo ha spiegato domenica lo stesso ex presidente alla conduttrice di Fox News Maria Bartiromo, che gli ha chiesto se l’imprenditore tech sia destinato a entrare in un suo ipotetico esecutivo, il cui insediamento sarebbe in programma per gennaio 2025. Musk “non vuole necessariamente entrare nel governo”, ha risposto il candidato in corsa. “Vuole solo essere responsabile dell’efficientamento, quindi avremo una nuova posizione: Segretario per la riduzione dei costi”.
Per Musk e Trump obiettivi “spaziali”
Ma non finisce qui. Le ambizioni della “coppia” puntano più in alto, direttamente nello spazio. Musk “mi ha fatto la promessa di arrivare su Marte prima della fine della mia amministrazione, battendo di gran lunga sul tempo, si spera, la Cina o la Russia”, ha proseguito Trump, ricordando di aver lui stesso fondato la Space Force, ovvero l’unica forza armata statunitense che può gestire l’astronautica militare, sostanzialmente un esercito per le “guerre spaziali”, durante il suo primo mandato nel 2019.
La discesa in campo nel luogo dell’attentato
Non a caso Musk ha indossato un cappello “Dark MAGA” e una maglietta con la scritta “Occupy Mars” durante la sua prima apparizione a favore di Trump, che è avvenuta in occasione del primo ritorno dell’ex presidente a Butler, Pennsylvania, dove era scampato per un pelo alla morte lo scorso 13 luglio. Lì Musk ha avvertito l’elettorato di quale impatto potrebbe avere una presidenza Harris, secondo lui: “Questa non è un’elezione ordinaria. L’altra parte vuole togliervi la libertà di parola”.
“Sta facendo campagna perché dice: ‘Se non vinciamo, non avremo più un paese’”, ha aggiunto Trump riferendosi all’amico Elon, a poco più di tre settimane dal giorno in cui gli elettori si recheranno alle urne. “L’unica cosa che possiamo fare è vincere – ha continuato il tycoon – . Queste sono persone cattive e sono circondate da persone molto peggiori di loro. Joe non sapeva molto di dove si trovasse, e Kamala è peggio di lui”.
“Se Trump perde, sono fottuto”
“La macchina democratica ha fatto entrare molti immigrati illegali negli stati in bilico – è la tesi di Musk -. Se la loro amministrazione continuasse per altri 4 anni, ne legalizzerebbero talmente tanti altri che nelle prossime elezioni non ci sarebbero più stati in bilico. Ci sarebbe un solo partito”.
In ogni caso, quello di Musk non è esattamente un impegno disinteressato. “Se Trump perde, sono fottuto. Quanti anni di carcere mi daranno?”, ha infatti detto al giornalista Tucker Carlson qualche giorno fa. Ormai lui si sta giocando il tutto per tutto a favore dei repubblicani. “Ho fatto all in, baby. E’ divertente? Sì, è molto divertente. Nella malaugurata ipotesi in cui (Trump, ndr) dovesse perdere, potrebbe esserci qualche vendetta nei miei confronti”.