In Giappone, per esempio, stanno costruendo Sumitomo Forestry (vedi foto), che diventerà il grattacielo di legno più alto del mondo, con i suoi 350 metri d’altezza. Da tempo, infatti, il materiale di costruzione più antico del mondo è tornato alla ribalta, perché garantisce di costruire strutture solide senza usare cemento o calcestruzzo (o limitandone l’utilizzo), tutti materiali che hanno un enorme impatto ambientale.
Il settore delle costruzioni, infatti, è responsabile del 40% delle emissioni globali di CO2. (I trasporti, per dare un’idea, sono responsabili “solo” del 23%.) Nell’ottica del carbon sink, ovvero l’assorbimento del carbonio presente nell’atmosfera, il legno ha davvero un ruolo cruciale, tanto che un nuovo studio propone di usarlo di più nell’edilizia per abbattere una parte della CO2 prodotta. Quanta? Nei prossimi 20 anni, secondo alcuni calcoli, in Europa potremmo “intrappolare” 420 tonnellate di diossido di carbonio dall’atmosfera nelle strutture di legno: l’equivalente delle emissioni prodotte da 71 milioni di case, o da 108 centrali a carbone.