La bellezza delle Dolomiti della Val di Fiemme e i terrazzamenti vitati della Valle di Cembra, con i suoi muretti a secco, sono lo scenario d’eccezione che da venerdì 11 a domenica 20 ottobre ospiterà Dolo-Vini-Miti, il festival dei vini verticali. Una dieci giorni di eventi e appuntamenti, per scoprire meglio questi due territori, la loro storia e le loro caratteristiche ma, soprattutto, le loro produzioni più significative.
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Vini “verticali”: cosa sono
La definizione di “vini verticali” nasce dall’idea di una viticoltura eroica, quella verticale di montagna: per capirla basta osservare il territorio della Val di Cembra, che conta 708 km di muretti a secco, Patrimonio immateriale Unesco per l’arte di costruzione, su un dislivello di oltre 700 metri. Qui i vigneti disegnano un paesaggio che, partendo dal torrente Avisio, sale fino alle cime della vallata di Cembra, oltre i 1000 metri: un territorio dichiarato Paesaggio rurale storico d’Italia nel settembre del 2020 dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Come avviene la viticoltura manuale
Coltivare la vite su pendii così stretti e scoscesi di porfido significa rischiare e rinunciare alla meccanizzazione, optando per la viticoltura manuale, che preserva il paesaggio e spinge al massimo la ricerca e la sperimentazione in coltura e in cantina. I terrazzamenti a vigneto sono coltivati secondo un sistema tradizionale che si perde nella notte dei tempi, quello della pergola trentina, che consiste nell’innalzare il tronco della vite fino a 1,5 metri da terra, poi orientare i capi a frutto in maniera obliqua rispetto al piano, ma trasversale alla direzione del filare. Si formano così dei tetti spioventi verso monte, che garantiscono all’uva di godere al massimo dell’esposizione solare e di restare al contempo protetta da eventi troppo avversi.
“Vini verticali”: tre accezioni
Il concetto di vini verticali, quindi, si traduce di fatto in tre accezioni: quella paesaggistica, poiché nascono nei vigneti strappati con fatica dall’uomo alle proibitive pendenze della valle, che arrivano fino al 40%; quella della longevità, garantita anche dalla distintiva acidità delle uve che supera brillantemente la prova del tempo anche nelle varietà che altrove vengono consumate giovani; quella della sapidità, figlia di terreni prevalentemente porfirici, da cui nascono vini profumatissimi, come il Müller Thurgau, il Kerner, il Pinot bianco, lo Chardonnay, il Riesling ma anche, a bacca nera, Pinot nero e Schiava.
Dolo-Vini-Miti: il programma
Questi diversi aspetti verranno messi a fuoco durante specifiche masterclass, tenute da alcuni tra i migliori sommelier della scena enologica, che faranno riferimento anche ad altri territori italiani per la produzione vitivinicola: da quelli vulcanici di Etna, Vesuvio, Tuscia, Gambellara, Lessini Durello, Pitigliano, Boca, a quelli eroici della Valtellina fino a quelli delle Langhe Patrimonio Unesco.
A fianco di questi momenti tecnici si svilupperanno altri appuntamenti di diverso taglio, tra trekking gourmet, aperitivi, convegni e spettacoli a tema. Per esempio, con il “Wine Trekking Gourmet” si attraverseranno i vigneti terrazzati con piacevoli pause gastronomiche di alto livello allestite presso le tradizionali baite rurali con il coordinamento dello chef stellato Alessandro Gilmozzi, mentre“Caneve en festa” sarà un apericena conviviale con imperdibili tappe nelle cantine private di Cembra, aperte eccezionalmente al pubblico per l’occasione.
E ancora, passeggiate con accompagnatori di media montagna, uscite in Val di Fiemme con aperitivi finali vista Dolomiti ed incontro dedicato con i produttori enogastronomici del territorio. E poi cinema, teatro e spettacoli, come quello a cura del collettivo Miscele d’Aria Factory, ma anche una serata tutta dedicata alle grappe artigianali e alla loro miscelazione in inediti cocktail. A corollario, menù dedicati nei ristoranti delle due valli e iniziative dedicate nelle cantine, oltre all’apertura di un temporary restaurant presso Ca’ dei Volti di Cembra durante i due weekend di manifestazione.