Ai piedi del Monte Fuji, a due ore da Tokyo, sta nascendo una nuova città. Si chiamerà Woven City (città intrecciata, intessuta) e sorgerà al posto di un vecchio stabilimento della Toyota. La fabbrica produceva automobili del brand giapponese sin dagli anni Sessanta ma era caduta in disuso da tempo. Al suo posto, ecco una comunità che sarà pronta nel 2024 e servirà a sperimentare tecnologie legate alla guida autonoma.
Come sarà Vowen City
Una “self-driving city”, insomma, con cui Toyota vuole prepararsi a un futuro in cui trasporti e logistica saranno completamente diversi. Entro il 2040, secondo alcune stime, ci saranno almeno trenta milioni di vetture in grado di guidarsi da sole. E cosa significherà per lavoratori, cittadini, tassisti e fattorini vari?
Difficile immaginarlo: la guida autonoma sembra ancora oggi fantascienza, anche se è vicina. Vowen City sarà quindi piena di sensori e fotocellule, pronte a registrare dati dalle strade, gli incroci, i semafori e gli edifici stessi. Tutti questi dati, spiega Bloomberg, verranno poi rielaborati online creando una “gemella”, una città virtuale che fungerà da specchio di quella vera.
Vowen city, una città digitale e una virtuale
Quanto al nome di questa impresa, si rifà alle origini di Toyota, fondata nel 1937 ma esistente sin da prima come produttore di telai automatici. La tessitura a cui si fa riferimento vuole anche indicare la fusione tra digitale, servizi, strade e veicoli che è alla base dell’esperimento di questa città.
Ma chi potrà vivere nella Vowen City? Per ora si sa che gli abitanti saranno “selezionati con cura” e saranno probabilmente pochi, specie all’inizio. All’inizio saranno circa 360 tra scienziati, ricercatori, i loro familiari, qualche pensionato e dipendente della Toyota. Ma il numero crescerà di anno in anno. Sarebbero più di tremila le risposte ricevute dall’azienda alla loro richiesta di collaboratori e “sperimentatori”, numero che include persone singole e aziende disposte a trasferirsi a Vowen City.
Quando tutto sarà smart
E a chi chiede se sia davvero costruire un’intera città per progettare la macchina del futuro, il gigante risponde indicando quanto la mobilità del futuro sia legata a doppio filo con le infrastrutture e le case. Dalle smart home alle smart car arrivando alle smart street – il tutto, in una smart city, ovviamente.
Per immaginare la macchina del futuro, quindi, non basta progettare un veicolo futuristico ma anche capire come vivremo – anche quando non saremo a bordo dell’automobile.