Tutti pazzi per i messaggi audio? Chissà, staremo a vedere. Perché la sfida di ‘WeVoz’ è audace. Una startup siciliana ha appena lanciato sul mercato questo nuovo social network fatto di messaggi vocali, puntando quindi su uno strumento di comunicazione piuttosto discusso, che vede contrapposti grandi fan e accesi detrattori del messaggio audio.
Perché è comodo da mandare ed è più frizzante rispetto al testo scritto, è vero, però spesso è scomodo da ascoltare, perché magari arriva proprio nel bel mezzo di una riunione. E poi, dieci minuti di audio… Non sarebbe meglio una telefonata a quel punto? No, perché la telefonata arriva a discrezione dell’interlocutore, mica puoi decidere quando dargli udienza… E così via, tra pro e contro e numerose novità, da Whatsapp al dating tramite audio.
Wevoz: come funziona
Wevoz.com, lanciato dall’omonima startup di Termini Imerese, unisce nel nome la parola inglese “We” (noi) con la parola spagnola “Voz” (voce). Si tratta di una piattaforma online, anteprima di un’app, accessibile da tutti i browser. Sono stati gli stessi ideatori, in una nota, a definirlo il “Twitter della voce”. Gli iscritti possono interagire tra loro tramite i “voz”, contenuti vocali di breve durata che scorrono nella timeline tramite un player automatico.
LEGGI ANCHE: Dating, l’ultima moda per fare colpo? Il messaggio vocale
Il nuovo social network offre un’esperienza “screenless”: grazie alla riproduzione continua dei contenuti, l’utente può essere social senza utilizzare lo schermo e svolgendo altre attività. WeVoz è inoltre dotato di tecnologia di ultima generazione ‘speech to text’, che consente di trascrivere simultaneamente il messaggio audio. Inoltre, tramite l’utilizzo di tag, i contenuti dei singoli messaggi audio possono essere indicizzati e selezionati attraverso filtri di ricerca.
Wevoz: addio all’algoritmo
“Un nuovo modo di essere social, di comunicare e relazionarsi con gli altri in maniera sana senza dover restare incollato ad uno schermo”, ha dichiarato Christian Di Sante, uno dei fondatori. “Mettiamo la vita dell’utente al centro e guardiamo alla community come obiettivo piuttosto che come strumento. A differenza di altri social, qui non è l’algoritmo ad incidere sulla viralità di un contenuto, ma sono gli stessi utenti che premiano i voz più apprezzati. È una piattaforma unica nel panorama digital, un progetto ambizioso che nel 2022 coinvolgerà vozzer, creators, aziende e utenti di tutte le età”.
Messaggi audio sì o no?
Quella dei messaggi audio è una sfida ambiziosa perché preceduta dall’esempio di Clubhouse, app solo-audio che è esplosa in lockdown, il cui successo poi è scemato per un insieme di ragioni. Su Whatsapp intanto gli audio continuano a spopolare e presto ci sarà la possibilità di ascoltare un messaggio audio anche al di fuori della chat da cui è arrivato, grazie a un mini player con cui controllare la riproduzione del file multimediale, in qualsiasi finestra dell’applicazione. A proposito di scomodità degli audio, appunto, secondo molti essi sono un limite quando il contenuto è troppo lungo e si ha necessità di eseguire operazioni con altre app. A metà dicembre l’app si è anche aggiornata per consentire di ascoltare un messaggio audio prima di inviarlo.
Non solo. Tra i tentativi di riportare in auge i messaggi vocali, c’è anche quello della app di dating Hinge, che recentemente ha introdotto questa novità, che sta avendo molto successo. Perché se con le parole e con le immagini è facile ingannare l’aspirante dolce metà, la propria voce è difficile da modificare, e ancor più la spontaneità di una presentazione audio. Come finirà la sfida?