Perché questo articolo potrebbe interessarti? La Cina ha svelato le sue carte diplomatiche nominando il nuovo ambasciatore in Italia. Si tratta di Guide Jia, 56 anni, profilo esperto e navigato, già ambasciatore in Perù. Durante la sua ultima esperienza in Sud America, Lima ha aderito alla Via della Seta. Un messaggio velato che Pechino ha voluto inoltrare a Roma. Soprattutto in seguito agli annunci del governo Meloni sulle future relazioni sino-italiane.
Fumata bianca da Pechino, semaforo verde dalla Farnesina. Il nuovo ambasciatore della Cina in Italia sarà Jia Guide.
Si tratta di un diplomatico di spessore, attivo in Perù dal 2015 al 2019, e con alle spalle diversi successi messi in bacheca. L’ultimo e più brillante: proprio quando era in prima fila a Lima, il governo peruviano ha aderito alla Belt and Road Initiative.
Toccherà a lui, adesso, fare in modo che Roma non si smarchi più di tanto dal Memorandum of Understanding sulla Via della Seta siglato con Pechino nel 2019. E toccherà sempre a lui affrontare con il governo Meloni i nodi relativi a Taiwan e ai milionari investimenti dei colossi cinesi in Italia.
I temi caldi del nuovo ambasciatore
Non può essere un caso. Jia Guide era ambasciatore a Lima quando il Perù ha aderito alla Via della Seta, e ora si ritrova catapultato in Italia. In un Paese dove la diffidenza nei confronti della Cina è aumentata di mese in mese.
Basta rileggere le varie esternazioni di Giorgia Meloni, che ha lasciato intendere di voler (probabilmente) congelare il MoU relativo alla BRI, espresso solidarietà a Taiwan e rinsaldato l’asse con gli Stati Uniti.
Al nuovo ambasciatore verrà implicitamente chiesto, in primis, di fare il possibile per evitare che l’Italia cestini in un battito di ciglia il richiamato accordo diplomatico. Che, almeno dal punto di vista mediatico, per Pechino rappresenta un autentico jolly.
Il motivo è presto detto: l’Italia è ancora oggi l’unico Paese membro del G7 ad aver fatto questo passo verso il Dragone. Ricordiamo che, se niente dovesse cambiare, il suddetto MoU si rinnoverà automaticamente nel marzo 2024.
In secondo luogo, la diplomazia cinese dovrà limare gli spigoli sulla questione taiwanese, scongiurando che il governo Meloni possa in qualche modo trasformarsi in un baluardo europeo per rivendicare le istanze di Taipei.
Last but not least, attenzione agli accordi commerciali, presenti e futuri, che coinvolgono l’Italia. Ci sono in ballo molteplici asset infrastrutturali che fanno gola alla Cina. E, anche in questo ambito, vale la pena dare un’occhiata al curriculum di Jia Guide.
Non è un caso che, grazie al suo lavoro ai tempi di Lima, Cosco abbia investito quasi 3 miliardi di dollari per costruire un terminal container in Perù, nel porto di Chancay. Con l’obiettivo di trasformare quel sito in un hub sudamericano a trazione cinese.
Chi è Jia Guide
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dunque concesso il gradimento per la nomina di Jia Guide che, da qui ai prossimi giorni, prenderà il posto di Li Junhua, che ha lasciato Roma a fine luglio per diventare sottosegretario generale per l’Economia e gli Affari Sociali delle Nazioni Unite.
Il signor Jia ha 56 anni, è sposato e ha un figlio. Nel suo ultimo incarico, a Pechino, ricopriva il ruolo di direttore del Dipartimento che si occupa di questioni legali riguardanti gli affari esteri e il diritto internazionale.
Per quanto riguarda la sua formazione, sappiamo che ha studiato presso l’Università di Pechino e conseguito un master in diritto ambientale alla George Washington University. Ha intrapreso il percorso diplomatico negli anni ’90, occupando incarichi nell’area legale e trattatistica.
Da Kingston, in Giamaica, a Vienna, alle Nazioni Unite, fino al Perù: la parabola di Jia toccherà ora l’Italia. Dove andrà in scena l’ennesimo braccio di ferro globale tra Pechino e Washington. A proposito: l’ambasciata statunitense in Italia non ha ancora nominato il suo ambasciatore. Chissà che la nomina di Jia Guide non spinga gli Stati Uniti ad accelerare.