Nel mese di agosto 2024 l’Italia ha assistito a una preoccupante escalation di violenza contro il personale sanitario, con una media di oltre un’aggressione al giorno. Il dato è riportato dall’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI), la cui presidente, Karin Saccomanno, ha descritto il 2024 come un “annus horribilis” per medici e infermieri. Gli episodi di violenza, che hanno incluso attacchi con mazze da baseball, tentativi di strangolamento e minacce di morte, si sono verificati principalmente nei pronto soccorsi, tra gli operatori del 118 e nei reparti psichiatrici, con 25 episodi ufficiali registrati solo dal 1 al 24 agosto.
La situazione è particolarmente grave in cinque regioni italiane—Campania, Puglia, Lombardia, Toscana e Sicilia—dove si è concentrato il maggior numero di aggressioni. Secondo i dati raccolti dall’AISI, oltre il 70% delle vittime di queste violenze sono donne, il che rappresenta un aspetto particolarmente inquietante del fenomeno. Negli ultimi dieci anni, le donne che lavorano nel settore sanitario sono diventate le principali vittime di queste barbarie, una tendenza che, secondo Saccomanno, deve essere affrontata con urgenza.
La presidente dell’AISI ha espresso forte preoccupazione per il deterioramento del rapporto di fiducia tra i cittadini e i professionisti sanitari, un legame che rischia di sgretolarsi sotto il peso di questi continui atti di violenza. Saccomanno ha attribuito la responsabilità di questa situazione alle istituzioni, accusate di aver reso gli ospedali, in particolare i pronto soccorsi, ambienti sempre meno sicuri e vivibili per il personale sanitario. Ha sottolineato come questi luoghi siano diventati delle vere e proprie “trincee”, dove i medici e gli infermieri si trovano a operare in condizioni di estrema difficoltà.
Oltre a denunciare la situazione, Saccomanno ha fatto appello a un’azione congiunta da parte del Governo, delle Regioni e delle aziende sanitarie per affrontare in modo efficace questo problema. Ha evidenziato la necessità di interventi mirati che possano estirpare alla radice questo “male sociale” e ristabilire la fiducia nelle competenze e nel ruolo fondamentale dei professionisti sanitari. La crescente sfiducia dei cittadini nei confronti della sanità, alimentata da disservizi e deficit irrisolti, è un fenomeno gravissimo che, se non affrontato con urgenza, potrebbe avere conseguenze disastrose per il sistema sanitario nel suo complesso.